Come ha ricordato il sindaco di Stazzema Maurizio Verona, dal sacrario, in occasione del 78° anniversario della strage del 12 agosto 1944 – che si è svolto oggi a Sant’Anna di Stazzema, il primo, dopo tanti anni, senza Enrico Pieri, storico presidente dell’Associazione Martiri e superstite simbolo di Sant’Anna (scomparso il 10 dicembre 2021).

Una mancanza che si è fatta sentire, in una giornata in cui sono stati respinti con forza i richiami alla razza fatti dal primo ministro Ungherese Viktor Orban, così come i nazionalismi Europei e le ambiguità di alcuni partiti politici italiani a cui il sindaco di Stazzema ha lanciato una provocazione: «Chi non ha niente a che fare con il fascismo, oltre a dirlo in più lingue straniere, approvi e faccia approvare la proposta popolare di Legge Antifascista depositata in Parlamento. Un voto vale di più di tante dichiarazioni».

Stamani, dal monumento ossario a Col di Cava, alla presenza delle maggiori autorità civili, militari, religiose, delle associazioni combattentistiche, dei reduci e del territorio, dei sindaci della Versilia e di amministrazioni comunali provenienti da tutta Italia, sono intervenuti oltre a Maurizio Verona, il Presidente della Regione Eugenio Giani, Umberto Mancini per l’Associazione Martiri di Sant’Anna, e la sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi. Oltre che dalla lettera del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal messaggio del Presidente della Camera Roberto Fico, le orazioni sono state precedute dal videomessaggio della Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, che ha salutato i cittadini di Stazzema, i superstiti e i familiari delle vittime, riaffermando la solidarietà nei confronti dell’Ucraina.

«Poco tempo fa ci ha lasciati Enrico Pieri sopravvissuto all’eccidio di Sant’Anna quando aveva 10 anni – ha detto la presidente Roberta Metsola -. Ha passato la sua vita a divulgare quanto accaduto in quella terribile estate del ’44, perché non succedesse mai più. Nei suoi discorsi insegnava ai giovani l’importanza dell’Europa, e aveva capito la differenza tra l’Europa dei nazionalismi del passato e l’Europa di oggi. Il progetto dell’Unione Europea non sarà forse perfetto, ma rappresenta un baluardo della democrazia e delle libertà individuali e di pensiero, della sicurezza e della protezione. Il 24 febbraio c’è stata la brutale invasione dell’Ucraina che ha spinto l’Europa a riaffermare più chiaramente la sua ragione d’esser e a ricordare che dalle ceneri della seconda guerra mondiale i paesi si sono riuniti per difendere la pace. Ma a meno di due mila chilometri da qui l’invasione prosegue e gli attacchi provocano morti innocenti. L’Unione Europea è a fianco dell’Ucraina».

Più duro l’intervento del primo cittadino di Stazzema e presidente dell’Istituzione Parco nazionale della pace di Sant’Anna Maurizio Verona, che ha ricordato anche la superstite Cesira Pardini scomparsa ad aprile di quest’anno. «Abbiamo bisogno di un’Europa che aveva in mente il Presidente David Sassoli: un’Europa dei popoli, aperta, solidale, antifascista, impegnata contro ogni rigurgito nazionalista. Orban ha rispolverato addirittura il mito della razza, e l’ha fatto davanti ai giovani. La preoccupazione è che Orban non sia solo, che abbia “amici” in altri paesi Europei, che condividono ancora oggi un pensiero che è falso dal punto di vista scientifico, che è pericoloso da un punto di vista sociale, un pensiero che la storia ha messo a tacere – ha detto Verona dal sacrario -. Queste posizioni sono incompatibili con l’Europa dei popoli che abbiamo in mente e che è necessaria. L’Europa è una grande opportunità». Il Parco Nazionale della Pace di Sant’Anna promuoverà dal prossimo autunno un premio di giornalismo dedicato a David Sassoli che si chiamerà “I Giovani e l’Europa – David Sassoli”. Il sindaco di Stazzema ha poi ribadito il rammarico perché la legge popolare antifascista «non ha fatto alcun passo in avanti nell’iter parlamentare per approdare in aula ed essere discussa. È un’occasione persa per il nostro Parlamento, frenato da troppi tatticismi, da troppi personalismi. Non una legge con una firma, ma con 250mila firme, nomi e cognomi di persone che vogliono bene al nostro Paese e hanno colto questa necessità. La proposta sarà iscritta nella prossima legislatura, faccio appello ai nostri futuri deputati e senatori di sostenerla, di dare dignità ad una richiesta popolare di essere almeno discussa». Poi la stoccata a Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia: «La forza di questa legge è che è popolare. Non è una legge del sindaco Verona, non è una legge di Stazzema, non è di un deputato, di una forza politica, non è di un’associazione, è di tutti i suoi sottoscrittori, è di tutti gli antifascisti, è di chi ama la democrazia. Chi non ha niente a che fare con il fascismo oltre a dirlo in più lingue straniere approvi e faccia approvare la Proposta di Legge Antifascista. Un voto vale di più di tante dichiarazioni”.

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