“Ho voluto fare un passaggio anche qui per coltivare la memoria. Coltivare la memoria non è soltanto un esercizio statico della mente, è anche una spinta dinamica per l’azione, per non dimenticare, per evitare che tragedie del genere si ripetano”. Lo ha detto il leader del M5S Giuseppe Conte in un incontro elettorale che ha tenuto a via Ponchielli a Viareggio, in provincia di Lucca, luogo simbolo della strage ferroviaria del 2009.
Conte ha poi esteso il discorso alla siurezza sui luoghi di lavoro. “Vogliamo – ha detto – una Procura Nazionale per il lavoro, per rendere più efficace la repressione e la prevenzione per quanto riguarda episodi che potrebbero compromettere la sicurezza sul lavoro. Qui con me – ha aggiunto Conte – c’è l’ex ministro Alfonso Bonafede, che ha lavorato da subito per cercare di evitare che queste tragedie si possano ripetere, per giunta rimanendo impunite o comunque con una giustizia non completa. Perché qui – ha detto l’ex presidente del Consiglio – lo sappiamo bene cosa è successo: alcune pene non sono arrivate per la prescrizione. L’allora ministro Bonafede ha lavorato anche indirettamente coi parenti delle vittime per trovare una soluzione che fu poi inserita nello ‘spazza-corrotti’. Lì nacque lo stop alla prescrizione, che ovviamente non poteva avere efficacia retroattiva. Però da li – ha aggiunto – è nata la riflessione, concreta e che ha coinvolto tutta la comunità dei Cinque Stelle, nel dolore di una intera comunità nazionale, per cercare di offrire giustizia. Quando c’è la prescrizione – ha proseguito Conte – offendiamo le vittime, e i loro famigliari, che non ottengono giustizia. È un dispendio di risorse per lo Stato. C’è inoltre il problema più generale di sicurezza: questa tragedia nazionale, successa qui, è una tragedia che ci ha spinto ad adottare iniziative per evitare che il trasporto si svolga in condizioni di minima sicurezza: noi dobbiamo avere massima sicurezza”.
“Fin dal primo momento abbiamo portato la voce dei cittadini di Viareggio e dei parenti delle vittime della strage all’interno delle istituzioni. È stato un onore, per me, da ministro, lavorare su alcune norme a loro fianco. Lo abbiamo fatto sapendo che ci sono leggi che danno un segnale importante della presenza dello Stato affianco di chi subisce ingiustizie. È una presenza che si concretizza in leggi, affinché quello che hanno subìto i familiari delle vittime di Viareggio non debbano subirlo altri cittadini italiani”. Lo ha detto l’ex ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, a Viareggio, in provincia di Lucca, assieme al leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. I due esponenti del movimento, dopo una breve sosta alla ‘casina dei ricordi’ di Viareggio, hanno fatto tappa in un altro luogo simbolo della strage ferroviaria del 29 giugno 2009 che causò 32 vittime, via Ponchielli. “Lo abbiamo fatto – ha aggiunto Bonafede – con convinzione. E se c’era tutta quella convinzione è perché quei valori che come M5S abbiamo sempre portato avanti li condividiamo con tanti cittadini: l’energia e la forza che portiamo dentro le istituzioni ci viene dall’energia dei cittadini che incontriamo dentro e fuori le istituzioni, prima e dopo il voto. Questa è la cosa più importante del fare politica”, ha concluso l’ex ministro.
“Ora si comprende – ha aggiunto Giuseppe Conte – perché ci fu un duro scontro nel Governo, quando ci hanno portato con la riforma Cartabia l’improcedibilità, che avrebbe mandato in fumo migliaia di processi penali. C’è stato un durissimo scontro nel governo, ora posso dirlo esplicitamente, abbiamo rischiato una crisi di governo. Abbiamo subìto un ricatto, il solito ricatto: le nostre controproposte, tutte di buon senso per evitare che andassero in fumo migliaia di processi, sono state considerate in quei giorni come causa di una crisi di governo. Noi – ha aggiunto Conte – abbiamo tenuto duro. Questo braccio di ferro si è concluso per lo meno con una revisione del progetto originario della Cartabia. Quella sì avrebbe veramente mandato in fumo migliaia di processi. Nella versione aggiornata abbiamo se non altro introdotto alcune previsioni che allungano i processi per i reati più gravi, per esempio quelli di mafia, o per situazioni” come la strage di Viareggio del 2009, “tragedie che consentono all’autorità giudiziaria di chiedere un prolungamento. Abbiamo introdotto delle misure che in qualche modo ottemperano gli effetti negativi della riforma. Ma io l’ho detto subito: approviamo questa riforma, ma monitoreremo gli effetti e siamo già pronti ad intervenire. Noi vogliamo assicurare verità e giustizia: uno Stato che si mette nelle condizioni, dopo aver speso risorse, di non dare giustizia alle vittime dei reati, è uno Stato che rinuncia a esercitare un dovere e una prerogativa di uno Stato, quello di offrire giustizia e verità”.