La Regione Toscana attraverso l’assessore all’ambiente Monia Monni ha dichiarato al Comune di Pietrasanta la più ampia disponibilità all’inchiesta pubblica sul Paur per l’ex Cava Fornace.
Vale a dire, ad aprire alla consultazione da parte di cittadini, associazioni e comitati locali il fascicolo contenente i nuovi permessi, pareri e nulla osta necessari, secondo i due enti pubblici e il Tar della Toscana, ad autorizzare l’attuale gestore della discarica a continuare nella propria attività e salire, quindi, oltre quota 43 metri. E’ il passaggio più significativo emerso durante la videoconferenza di stamani alla quale, oltre all’amministratrice regionale e ai tecnici dell’ente toscano, hanno preso parte il sindaco Alberto Stefano Giovannetti, l’assessore all’ambiente Tatiana Gliori e, su invito del Comune, anche una rappresentante del Comitato dei cittadini per la chiusura della discarica di Cava Fornace.
La videoconferenza, in realtà, doveva essere un sopralluogo nella zona del Lago di Porta, il secondo al quale l’ente municipale aveva invitato l’assessore Monni e che, dopo un’iniziale disponibilità, è stato cancellato per non meglio precisati impegni: “Se richiediamo la sua presenza qui – ha sottolineato, a più riprese, il sindaco Giovannetti, rivolto all’assessore Monni – è per farle rilevare direttamente la promiscuità fra punti di evidente bellezza del nostro territorio ed elementi di compromissione come l’ex inceneritore di Falascaia e la stessa Cava Fornace. E ribadire il nostro no ad altre operazioni simili, che passano anche dalla Regione”.
“Sulla carta potrà essere anche tutto a posto – ha incalzato l’assessore Gliori – ma qui, di campanelli di allarme, ne abbiamo sentiti fin troppi. Come i quattro pozzi d’acqua chiusi fra Pietrasanta e Montignoso o la ricerca del Dipartimento di scienze della Terra dell’Università di Firenze che, nel 2021, ha individuato una contaminazione da cloroformio nei pozzi di controllo a monte e a valle della discarica”.
I due amministratori pietrasantini hanno incassato la volontà dell’assessore Monni “di recuperare”, in merito ai sopralluoghi richiesti e l’assoluta percorribilità dell’inchiesta pubblica sul Paur, “a maggior ragione se sarà il Comune, a richiederla”. Richiesta che potrà essere prodotta solo nel momento in cui sarà giuridicamente sancito l’obbligo del Paur, da parte di Programma Ambiente Apuane, per continuare l’attività in discarica: dopo il pronunciamento del Tar della Toscana, favorevole a questa impostazione condivisa da Comune e Regione, è infatti pendente l’ulteriore ricorso del gestore al Consiglio di Stato.