Una delle forme evolutive più arcaiche dell’uomo di Neanderthal potrebbe aver vissuto o frequentato il territorio di Valdicastello in un periodo integlaciale: sono le indicazioni emerse dallo studio preliminare sui materiali raccolti alla Tana del Lupo, una piccola cavità carsica situata nella frazione collinare di Pietrasanta, dal team dell’associazione ArcheoVersilia (Lorenzo e Roberto Baldi, Nicola Biagi, Pietro Cinquegrani, Alessandro Torselli e la responsabile del progetto di ricerca Deborah Giannessi) e che ha attivato un ulteriore step di ricerca multidisciplinare, a cui partecipano anche Università di Pisa e Cnr di Roma, supportato dal Comune che ha patrocinato l’intero progetto di studio.
I risultati di queste indagini archeologiche, che hanno restituito segnali di un’occupazione unica nel territorio apuoversiliese, saranno presentati martedì 6 maggio alle 18, nel salone dell’Annunziata a Pietrasanta, in una conferenza a ingresso libero che illustrerà il lavoro condotto sul sito, i ritrovamenti (fauna e industria litica) e il loro collegamento a uno dei periodi più remoti della storia dell’umanità. Alla conferenza interverranno, oltre ai referenti di ArcheoVersilia, il funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa-Carrara Giulia Picchi, Marco Serradimigni e Luca Pandolfi, rispettivamente archeologo e paleontologo dell’Ateneo pisano.

ArcheoVersilia opera da 2 anni, con il patrocinio del Comune di Pietrasanta, in concessione ministeriale e in collaborazione con la Soprintendenza e l’associazione Uoei di Pietrasanta a un progetto di survey nelle zone di Valdicastello e Cardoso, per l’individuazione di aree di interesse archeologico.