strage viareggio 29 giugno 2016 (3)

Strage di Viareggio: confermate pene per 12 imputati, 5 anni a Moretti

Pene confermate dai giudici della corte d’appello di Firenze per i dodici imputati nell’ambito del processo d’appello ter per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009, che provocò trentadue morti e un centinaio di feriti. Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana ed ex Ad di Ferrovie dello Stato, è stato condannato a 5 anni di reclusione.

L’ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana Michele Mario Elia, è stato condannato a 4 anni, 2 mesi e 20 giorni; Mario Paolo Pizzadini, manager di Cima Riparazioni, a 2 anni, 10 mesi e 20 giorni; Daniele Gobbi Frattini, responsabile tecnico Cima riparazioni, a 2 anni, 10 mesi e 20 giorni; Mario Castaldo, ex direttore divisione di Cargo Chemical, a 4 anni; Uwe Kriebel, operaio dell’officina di Junghental addetto ai controlli, 4 anni, 5 mesi e 10 giorni; Helmut Broedel, funzionario dirigente dell’officina Junghental di Hannover, 4 anni, 5 mesi e 10 giorni; Andreas Schroeter, tecnico di Junghental, 4 anni e 8 mesi; Peter Linowski, ad di Gatx Rail Germania, 6 anni; Rainer Kogelheide, ad di Gatx Rail Austria, 6 anni; Roman Meyer, responsabile flotta carri di Gatx Austria, 5 anni, 6 mesi e 20 giorni; Johannes Mansbart, manager Gatx Rail Austria, 5 anni e 4 mesi.

Il processo d’appello ter si era reso necessario dopo che il 15 gennaio del 2024 la Corte di Cassazione, pur confermando le responsabilità penali dei tredici imputati, già accertate per il disastro che ebbe origine dallo svio di un treno merci composto da vagoni cisterna contenenti gpl, la cui fuoriuscita innescò un’esplosione e un successivo incendio che devastò la zona della stazione ferroviaria, in parziale accoglimento del ricorso di dodici imputati, aveva annullato la sentenza emessa dalla Corte di appello di Firenze il 30 giugno 2022, limitatamente all’entità della riduzione di pena inflitta a tali imputati per le circostanze attenuanti generiche, che era stata determinata in un nono dalla Corte di appello, con rinvio, per nuovo giudizio sul punto, ad altra sezione della corte di appello di Firenze.

L’accusa, nel corso dell’udienza del 18 marzo scorso, aveva chiesto che fossero ribadite le stesse pene della sentenza d’appello bis del 30 giugno del 2022, che erano state annullate dalla Cassazione. Gli avvocati difensori dei dodici imputati avevano chiesto invece di applicare ai loro assistiti la massima riduzione della pena, pari a un terzo, in base alle attenuanti generiche. Anche oggi, come nelle circa 250 udienze precedenti in sei passaggi processuali, erano presenti in aula i familiari delle vittime, che ai cancelli del palazzo di giustizia di Firenze avevano appeso questa mattina cartelli con le foto dei volti dei trentadue morti.

Il Partito Democratico di Viareggio ha espresso soddisfazione per la conferma, da parte della Corte d’appello di Firenze, della condanna a cinque anni di reclusione per Mauro Moretti, ex AD di Ferrovie dello Stato e Rete Ferroviaria Italiana, nell’ambito del processo per la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, in cui persero la vita 32 persone.

“È un segnale importante – si legge in una nota diffusa dal Partito Democratico di Viareggio – che, dopo anni di attese e battaglie civili e giudiziarie, venga riconfermata una responsabilità significativa nei confronti di chi aveva ruoli apicali nel sistema ferroviario nazionale. Questa sentenza restituisce almeno in parte dignità alle vittime, ai loro familiari e a tutta la comunità di Viareggio, segnata per sempre da quella notte di dolore e distruzione”.

Il Partito, tuttavia, non nasconde un certo rammarico per il lungo e tortuoso iter giudiziario che ha caratterizzato il processo: “La giustizia è arrivata, ma troppo lentamente. Sono passati sedici anni da quella tragedia e la strada per ottenere verità e responsabilità è stata irta di ostacoli, rinvii e sentenze parziali. Un Paese civile deve saper offrire risposte più rapide e più incisive di fronte a simili disastri”.

Critiche anche per l’entità della pena inflitta: “Cinque anni sono il massimo possibile dopo la rideterminazione disposta dalla Cassazione, ma resta l’amarezza per una giustizia che nei primi gradi ha esitato ad applicare sanzioni più severe. La strage di Viareggio non fu una fatalità: fu il tragico esito di negligenze, tagli alla sicurezza e responsabilità gravi. Sarebbe stato doveroso riconoscerlo con maggiore fermezza sin dall’inizio”.

Il Partito Democratico di Viareggio rinnova infine la propria vicinanza ai familiari delle vittime, che anche oggi hanno presidiato con dignità e determinazione il tribunale di Firenze: “A loro va il nostro rispetto e il nostro impegno affinché tragedie come quella di Viareggio non vengano dimenticate e non si ripetano mai più”.

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