Quando ho iniziato questa esperienza amministrativa, insieme ai miei colleghi, abbiamo ereditato un Comune in dissesto. Centinaia di milioni di euro di debiti. Conti da far quadrare. Scelte difficili da fare ogni giorno. E le abbiamo fatte, con rigore e senso di responsabilità.
Abbiamo imparato a guardare ogni euro come fosse nostro, perché in realtà è di tutti i viareggini. Abbiamo rinunciato, tagliato, ottimizzato. E piano piano, con fatica, abbiamo riportato Viareggio a camminare con le proprie gambe.
Ma qualcosa è cambiato. Anzi, tutto è cambiato.
Oggi mi trovo a non riconoscere più l’amministrazione della quale ho fatto parte. Da una gestione oculata, attenta, dove ogni spesa veniva ponderata e discussa collegialmente, siamo passati a un’amministrazione autoreferenziale dove le decisioni su come spendere i soldi pubblici vengono prese da una sola persona, senza confronto, senza dibattito, senza che nessuno possa dire la sua.
Piazza Zara: il bello e il cattivo tempo
Prendiamo l’esempio recente di Piazza Zara. La piazza è bella, davvero bella. Fontane, verde, nuova pavimentazione. Un luogo strategico che rinasce dopo anni di lavoro. Tutto merito di una visione che partì anni fa con la Terrazza della Repubblica.
Mi sarebbe piaciuto che si intitolasse a qualche grande personalità – penso a Rita Levi Montalcini per la piazza e a Gae Aulenti per il belvedere – due donne che hanno segnato la storia del nostro Paese. Ma questo è un dettaglio.
Panem et Circenses
“Panem et circenses”, dicevano i romani, Pane e spettacoli. Tieni la gente distratta con gli spettacoli e nessuno guarderà i problemi veri.
Per inaugurare questa piazza è stata spesa una cifra spropositata. Frizzi, lazzi, droni (che oggi evocano solo pensieri di guerra, una scelta quanto meno inopportuna), uno spettacolo degno di un evento mondiale. Ma per cosa?
Per il taglio di un nastro voluto da un’amministrazione che ha concluso il suo mandato da tre mesi e che soprattutto non ha più una maggioranza di governo.
Possibile che non ci sia stato nessuno, dico nessuno, nella Giunta che abbia alzato la mano e detto: “Scusate, ma non è troppo?”
Possibile che i soldi dei cittadini onesti vadano spesi così, senza che nessuno batta ciglio?
Una deriva partita da tempo
Ma Piazza Zara è solo l’ultimo capitolo di una storia che va avanti da mesi.
Ricordate la partenza del Giro d’Italia? oltre 400.000 euro per la tappa di San Pellegrino diceva la TV, (non per la tappa di Viareggio). Una cifra spropositata per il momento meno interessante di una gara ciclistica della durata di 2 ore che non ha portato granché nelle casse della città e degli esercenti, poca visibilità mediatica e gloria solo a colui che ha sventolato la bandiera della partenza.
E l’inaugurazione dello stadio? 130.000 euro per festeggiare un’opera… ancora da terminare! Come si fa a inaugurare qualcosa che non è finito? È come festeggiare un compleanno il giorno sbagliato: puoi farlo, ma che senso ha?
Potrei continuare. Ogni settimana spunta fuori una nuova spesa che lascia interdetti. E ogni volta la giustificazione è la stessa: “È per la città, è per Viareggio, è per dare lustro al territorio.” Ma i conti, chi li fa?
Il silenzio assordante del Consiglio Comunale
E mentre tutto questo accade, noi consiglieri comunali siamo stati ridotti al silenzio. Sono circa due mesi che non veniamo convocati. Due mesi in cui non possiamo svolgere il compito che i cittadini ci hanno assegnato.
O la Giunta non sta producendo nulla di serio, Oppure si pensa di avere pieni poteri, e questo sarebbe un danno gravissimo per la democrazia locale.
Il Consiglio Comunale, non è un optional. Non è un fastidio da evitare. È il cuore pulsante della vita politica di una città.
Si torni in Consiglio Comunale. Si discuta di come vengono spesi i soldi pubblici. Si ragioni insieme, come si è sempre fatto, su quali sono le priorità e quali invece le spese che possiamo rimandare o evitare.
Da dove veniamo e dove stiamo andando
Quando ci siamo presentati ai cittadini nel 2020, lo abbiamo fatto con una promessa semplice: rimettere in sesto Viareggio, con serietà e rigore. E l’abbiamo fatto. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: opere completate, servizi ripristinati, conti in ordine.
Ma da un anno a questa parte qualcosa si è rotto. La nave ha cambiato rotta senza che nessuno dicesse nulla. Da un’amministrazione collegiale siamo passati a una gestione personale. Da scelte ponderate siamo passati a decisioni che sembrano prese d’impulso, senza considerare le conseguenze economiche.
E questo conferma che non è più il progetto per il quale i cittadini ci hanno dato fiducia.
La responsabilità verso i cittadini
I soldi pubblici non sono un bancomat a disposizione di chi governa. Ogni euro speso deve essere giustificato, ponderato, discusso. Perché quell’euro arriva dalle tasche dei viareggini. Dalle famiglie che faticano ad arrivare a fine mese. Dalle imprese che ogni giorno combattono per restare aperte. Dai pensionati che si stringono la cinghia.
Noi amministratori abbiamo il dovere di gestire questi soldi come fossero nostri. Anzi, meglio.
E quando vedo centinaia di migliaia di euro spesi per eventi e inaugurazioni mentre ci sono ancora scuole da riqualificare, strade da asfaltare, servizi da migliorare, mi viene da chiedermi: stiamo ancora lavorando per Viareggio o per qualcos’altro?
Una richiesta di trasparenza
Non sto dicendo che non si debbano fare eventi. Non sto dicendo che Viareggio non meriti momenti di festa. Sto dicendo che serve equilibrio. Serve buonsenso. Serve rispetto per chi quei soldi li ha guadagnati con il proprio lavoro.
E serve, soprattutto, che le decisioni tornino a essere prese collegialmente, in Consiglio Comunale, dove ogni spesa può essere discussa apertamente.
Chiedo al Sindaco:
- Convochi il Consiglio Comunale
- Presenti un rendiconto dettagliato di tutte le spese straordinarie sostenute negli ultimi mesi
- Torni a confrontarsi con i consiglieri, tutti i consiglieri, prima di prendere decisioni che impegnano risorse pubbliche importanti
David Zappelli
Consigliere Comunale – Gruppo Misto