(foto Marco Pomella)

“Moretti dimettiti”, presentata in consiglio regionale mozione di sfiducia per l’ad di Ferrovie

FIRENZE. “Da quando le Ferrovie dello Stato sono diventate una Spa hanno prodotto debito pubblico per 388 miliardi di euro. Con una gestione caratterizzata da continui tagli al servizio, a partire dalla Regione Toscana. Per questo e altri motivi chiediamo oggi che l’amministratore delegato del Gruppo lasci l’incarico”. Con queste parole il consigliere regionale Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta) presenta una mozione per chiedere le dimissioni di Mauro Moretti dal vertice di Fs.

“Apprendiamo da uno studio condotto dall’Università di Milano Bicocca e riportato nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore che le Ferrovie dello Stato hanno contribuito non poco (circa per il 20%) all’indebitamento italiano – sottolinea Chiurli – per un (dis)servizio segnato da ritardi, cancellazioni di treni e disagi quotidiani per i pendolari”.

“Se non bastasse – aggiunge il consigliere – l’ingegner Moretti siede anche al banco degli imputati per la strage di Viareggio, che in audizione al Senato ebbe il coraggio di definire ‘uno spiacevolissimo episodio’, e non perde occasione di trattare con disprezzo i propri clienti, ovvero chi di Trenitalia si serve ogni giorno con notevoli difficoltà”.

“E’ ora che Moretti lasci la poltrona – attacca Chiurli – che gli è stata gentilmente servita dal Pd prima e dalle larghissime intese poi (Moretti è al terzo mandato). D’altra parte non resterà sicuramente senza uno scranno dove sedersi: forse non molti lo sanno, ma in quanto a numero di incarichi l’ad del Gruppo Fs potrebbe far concorrenza al tanto vituperato Mastrapasqua. Un pugnello di cariche a livello internazionale, una dozzina in ambito nazionale (è anche sindaco di un Comune in provincia di Rieti), qualche poltrona prestigiosa nel settore culturale (dove siede accanto a Gianni Letta, per par condicio)”.

“Auspico che la Regione Toscana – conclude Chiurli – che ha già preannunciato di non voler rinnovare il contratto di servizio con Trenitalia per il trasporto regionale su ferro, mandi un altro segnale forte al Gruppo, chiedendo le dimissioni dell’amministratore delegato”.

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