“Accogliamo chi fugge dalle guerre”: l’appello di Sel ai sindaci della Toscana

FIRENZE. “Metà dei comuni toscani e varie organizzazioni del terzo settore hanno dato vita ad un originale e valido modello di accoglienza dei profughi: piccoli gruppi, diffusi in 280 strutture su 150 comuni, in modo da favorire il rapporto tra abitanti e richiedenti asilo e in alternativa a grandi e disumane strutture. Sosteniamo questo modello e lanciamo un appello agli altri comuni finora restii, affinché si mettano a disposizione per accogliere a loro volta un piccolo gruppo di profughi”.

Lo scrive il coordinatore regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Giuseppe Brogi in una lettera aperta inviata a tutti i sindaci della Toscana, esortandoli all’accoglienza di chi fugge dalle guerre e dalla disperazione e dando forza, a partire dai territori, al progetto di “un’Europa giusta, aperta, sicura, che ponga al centro della sua esistenza non egoismi e finanza, bensì solidarietà e dignità umana”.

“Individuare, in accordo con Regione e Prefettura, una struttura adeguata e dignitosa per un gruppo di 15/20 persone non è cosa complicata per un comune medio, o piccolo insieme ad altri limitrofi, per di più senza che questo gravi sul bilancio comunale – prosegue Brogi nella lettera – Ogni comune può e deve fare la propria parte in questa direzione, noi sosteniamo ogni proposta che vada in tal senso e l’ampliamento della rete degli Sprar (Sistema di protezione dei rifugiati e dei richiedenti asilo) per una risposta organica e strutturata, oltre le emergenze e le situazioni precarie e non dignitose, trasparente e a prova di ignobili truffe che qui da noi non sono avvenute”.

“C’è bisogno di un lavoro politico e culturale di lunga durata, per costruire anticorpi valoriali e concreti da contrapporre a pregiudizi, ricerca del capro espiatorio, guerra tra poveri e guerra ai poveri, fomentati da indegni speculatori che trovano spazio anche in certi mezzi d’informazione alla ricerca di audience sulla base di notizie spesso infondate. Questo, nel nostro tempo – conclude Brogi – è il grande discrimine tra civiltà e barbarie che può e deve vedere impegnata e unita la migliore società toscana, com’è nella sua tradizione, come dovrà essere nel suo futuro”.

Il testo integrale della lettera

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