SANT’ANNA DI STAZZEMA. Migliaia di persone hanno invaso ieri il Parco nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema per commemorare l’80° anniversario della Festa della Liberazione. Una partecipazione straordinaria che ha visto il piccolo borgo trasformarsi in un simbolo vivo della memoria storica italiana.
Bersani: «La costituzione italiana è antifascista in tutti i suoi articoli»
Figura centrale della giornata l’onorevole Pier Luigi Bersani, ex ministro dello sviluppo economico, accolto da un bagno di folla al suo arrivo sulla piazza della chiesa. Con le autorità locali ha percorso la via Crucis fino al Sacrario, luogo simbolo del massacro nazifascista dell’agosto 1944.













«La costituzione italiana è antifascista in tutti i suoi articoli, e non poteva essere diversamente», ha tuonato Bersani dal palco di Col di Cava. «Dopo il disastro a cui ci ha portato il fascismo, la costituzione si scaglia contro il modello autoritario, discriminatorio e corporativo in nome di un modello solidale, sociale e liberale».
Un discorso intenso, il suo, che ha toccato vari temi d’attualità: dal negazionismo che pervade perfino nella «scienza», alla guerra a Gaza «dove anche ieri sono morte due gemelline», fino alla situazione in Ucraina e alla «impazzita corsa agli armamenti».
«C’è un solo Paese, uscito sconfitto dalla seconda guerra mondiale, che ha potuto scriversi la Costituzione: l’Italia», ha proseguito l’ex segretario del PD. «Questo perché c’è stata una Resistenza, e una forza politica avversa al regime fascista che era al governo. Purtroppo però sono passati 80 anni, ma il fascismo non è ancora morto».
Nel suo intervento, Bersani ha sottolineato come questo 25 aprile debba essere «non solo di commemorazione ma di riflessione e di militanza», perché siamo di fronte a «una cultura regressiva, dove pervadono i nazionalismi su basi etiche» e ci sono «attacchi agli ideali liberali, come la divisione dei poteri dello Stato».
Prima di lui, è intervenuto il sindaco di Stazzema e presidente del Parco nazionale della pace Maurizio Verona: «La libertà era un sentimento che andava oltre l’appartenenza partitica: per la prima volta quei ragazzi indottrinati, cresciuti nel mito del Duce, poterono scegliere e scelsero la strada più difficile», ha ricordato dal Sacrario. «La mia è una generazione fortunata, non ha vissuto la guerra, non ha conosciuto gli stenti della ricostruzione delle macerie. La mia è la generazione dell’illusione, quella che non ci sarebbero state altre guerre, che la democrazia era un dato acquisito per sempre».
Il primo cittadino ha poi lanciato un monito: «Da qualche anno è calato un velo che ci aveva impedito di vedere quello che stava succedendo. Abbiamo visto che non è così, ed è quindi di nuovo il momento dell’unità, del superamento delle differenze di fronte a nuove sfide. Oggi dobbiamo andare alle urne: astenersi significa essere indifferenti, delegare agli altri le decisioni. Non possiamo permettere che venga toccata la nostra Costituzione».
Alla cerimonia hanno partecipato anche il presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna di Stazzema Umberto Mancini e il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che hanno ribadito l’importanza di mantenere viva la memoria di quanto accaduto e di trasmettere alle nuove generazioni i valori della Resistenza.
La giornata si è conclusa con un momento di raccoglimento presso il Sacrario, dove sono incisi i nomi delle 560 vittime della strage nazifascista del 12 agosto 1944, uno dei più efferati crimini di guerra compiuti durante la Seconda Guerra Mondiale sul suolo italiano.