“L’articolo 53 del decreto legge del 24 gennaio 2012 di fatto cancella l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria”. Interviene a nome dei familiari delle vittime del disastro ferroviario del 29 giugno 2009 a Viareggio, Daniela Rombi, presidente dell’associazione “Il Mondo che vorrei”.

“L’articolo in questione – dice – con un’operazione a sorpresa, stabilisce  infatti che alla progettazione e costituzione delle nuove infrastrutture ferroviarie nazionali e agli adeguamenti di quelle esistenti non possono essere applicati parametri e standard tecnici più stringenti rispetto a quanto disposto dall’Europa. E non solo per rendere sicura la rete ferroviaria è necessaria una stima delle spese in più e gli interventi sono comunque subordinati all’ìndividuazione di risorse pubbliche che coprano tali sovraccosti”.

“Pensate a cosa accadrà – aggiunge Daniela Rombi – quando sarà terminato il processo relativo alla strage di Viareggio: gli adeguamenti sulle linee, qualsiasi sia la causa che una sentenza indicherà per lo squarcio della cisterna, potranno essere attuati solo se non disturberanno l’Europa, se i costi sostenibili e se lo Stato se ne farà carico”.

Daniela Rombi e i familiari delle vittime della strage chiedono con urgenza “di essere ricevuti dal miniostro dei trasporti, Corrado Passera, dal quale vogliamo sentirci dire in faccia che i nostri 32 morti non valgono un sovraccosto, perché questo sancisce l’articolo 53 di questo decreto che grida vergogna”.

In serata anche senatrice del Pd Manuela Granaiola ha scritto al Ministro dei trasporti Corrado Passera, al presidente della commissione trasporti del Senato, Luigi Grillo, e al capogruppo del PD commissione trasporti del senato, Marco Filippi riguardo il decreto sulle liberalizzazioni le cui norme “incomprensibili e preoccupanti – scrive Granaiola – che investono la questione della sicurezza ferroviaria autostradale ed in genere dei trasporti preoccupano e non poco. Si limita nella progettazione di nuove strutture e nell’adeguamento di quelle esistenti, la possibilità di far applicare al gestore eventuali parametri e standard tecnici più stringenti di quelli previsti dagli accordi e dalle norme dell’Unione Europea riguardo la sicurezza. Considero tale limitazione pericolosa, ingiustificabile e doppiamente inaccettabile. Rende più complicato ragionare di sicurezza e limita la capacità d’intervento dell’A.N.S.F. ed inaccettabile anche perché a fronte di prossimi corposi processi di liberalizzazione scarica sulla finanza pubblica i costi di eventuali interventi che si rendessero necessari per garantire maggiori livelli di sicurezza. Sono sicura che l’intento di questo governo non può essere quello di liberalizzare e semplificare a scapito della sicurezza e voglio perciò sperare che tale articolo sia stato sottovalutato nella sua portata e possa essere cancellato”

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ultimo aggiornamento: 28-01-2012


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