LUCCA. “Siamo certi che il Governo rimedierà alla concorrenza sleale da parte di chi organizza sagre e feste di partito”.

È questo l’auspicio di Fipe Confcommercio Lucca, a ripresa di una campagna promossa in tutta Italia da Fipe nazionale, in merito all’articolo 41 del decreto sulle semplificazioni che prevede l’abolizione per chi organizza, appunto, sagre, feste di partito o iniziative simili, dell’obbligo di possedere requisiti morali e professionali richiesti, invece, agli esercenti.

“In linea teorica, un pluricondannato per reati in materia di salute pubblica può sin da ora, se la norma non venisse corretta nel suo iter parlamentare, continuare la benemerita opera di avvelenamento di chi ha la sventura di frequentare tali luoghi.” sostiene Fipe in una nota.

“Moltissimi di questi eventi, oltretutto, sono utilizzati come escamotage per mascherare vere e proprie attività di somministrazione di alimenti e bevande, senza pagare tributi e contributi neanche in regime forfettario.

“Ci sorprende – continua la nota Fipe – come si continui a non correggere questa situazione, a dispetto del monito dell’Europa che ha configurato le esenzioni a cui sono soggette sagre e feste di partito come aiuti di Stato.

“Fipe ricorda che oltre al regime forfettario che già di per sé è un’agevolazione ingiustificata, chi organizza sagre e feste di partito non è tenuto a tenere bilanci a norma di legge.

“Ciò significa che le entrate e le uscite sono elencate solo in un rendiconto economico ad uso interno: niente di più allettante per chi intende evadere o mascherare attività di somministrazione, anche di fronte a qualsiasi blitz fiscale.”

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