VIAREGGIO. Minacce anonime, con sms da cabine telefoniche, sul cellulare di Massimo Remorini, 54 anni, detto lo “zio”, accusato di sequestro di persona, maltrattamento in famiglia e soppressione e distruzione di cadavere nell’inchiesta della scomparsa delle due donne, madre e figlia, avvenuta nell’agosto del 2010, in circostanze ancora misteriose da Torre del Lago.

Di Claudia Velia Carmazzi e Maddalena Semeraro, che risultano morte in seguito alle indagini eseguite da parte dei carabinieri, non si è saputo più nulla.

Remorini finì in carcere e ci furono altri indagati: fra questi la badante Maria Casentini, Francesco Tureddi e l’avvocato Giunio Massa.

Chiuse le indagini, dopo l’incidente probatorio avvenuto il 6 aprile scorso, si attende l’esito giudiziario di questo che rimane a tutti gli effetti un giallo irrisolto: le donne scomparse infatti secondo gli inquirenti sarebbero morte, ma i loro corpi non sono stati mai trovati.

Adesso le minacce anonime a Remorini  da cabine telefoniche:“Lavora bastardo, tra un po’ torni dentro”. Mon è esclusa da parte del legale dell’uomo una denuncia per quanto accaduto alla polizia postale.

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