PIETRASANTA. I ristoratori versiliesi chiedono all’amministrazione di Pietrasanta un incontro per discutere nel merito l’ordinanza.

“Condividiamo la prudenza del presidente dei balneari viareggini di Ascom in merito all’annunciato provvedimento del Comune di Pietrasanta”, dichiara in una nota la presidente dei Ristoratori versiliesi di Confesercenti Esmeralda Giampaoli. “Forzare la mano con la deregulation e amplificare uno scontro interno alle categorie non è utile al sistema Versilia.

“Da anni stiamo seguendo questo tema e le nostre associazioni sono impegnate anche per rivedere alcune disposizioni della Legge Comunitaria. Naturalmente a nessuno preoccupa la libera concorrenza, né la categoria dei ristoranti teme il servizio di somministrazione che i bagni fanno in deroga per dare un servizio accessorio ai loro clienti.

“Su questo equilibrio di regole, non sempre rispettato dai più furbi soprattutto in alcune zone, si è fondato il rapporto di collaborazione in questi anni. Ciò che invece abbiamo sempre ritenuto scorretto, anche in pieno accordo con i tanti bagni che legalmente in tutti questi anni si sono dotati di strutture idonee e di autorizzazioni di pubblico esercizio, è la concorrenza sleale di chi con regole diverse fa lo stesso servizio.

“Già oggi non mancano attività che, utilizzando accorgimenti pubblicitari, serate a tema, abusano delle loro possibilità di somministrazione, estendendole a tutti (clienti e non). Basta un cartello in passeggiata e il giochino è fatto.

“Ma la legge consente, giustamente, ai bagni di somministrare ai propri clienti, con una autorizzazione in deroga, che ne semplifica le procedure. Perché allora i ristoranti a 50 metri dal bagno, o i bagni autorizzati alla somministrazione, devono avere regole e standard diversi, se poi tutti possono fare tutto?

“All’assessore Mori, al quale abbiamo inviato oggi venerdì 1° giugno una richiesta di incontro urgente, chiediamo regole uguali e standard uguali per una concorrenza alla pari. Non apriamo, però, finestre o deregulation nelle quali, per l’incapacità o la difficoltà di controllo delle amministrazioni, si infileranno per necessità o furbizia coloro per i quali le regole non sono il faro principale.

“Chi vuol fare il ristorante già oggi ha la strada spianata, se i suoi standard urbanistici, dimensionali e igienico sanitari lo consentono. E se gli standard non c’erano fino ad oggi non vediamo il motivo perché si debba oggi far finta di nulla e chiudere un occhio.

“È questa anche la ratio della normativa vigente. Che chiede di non limitare attività uguali, ma non di rendere uguali attività diverse. La somministrazione, laddove non sia espressamente abilitata, è ancora esercitata come accessorio all’attività principale.

“E su questo principio base non è pensabile di derogare.”

(Visitato 22 volte, 1 visite oggi)

CONFCOMMERCIO A FIANCO DELLE IMPRESE TERREMOTATE DELL’EMILIA-ROMAGNA

CON LA SCABBIA AVANTI E INDIETRO DALL’OSPEDALE. DISAGIO DEL PERSONALE