VERSILIA. Inversione di marcia per l’artigianato lucchese ma è solo un’illusione. L’artigianato continua a soffrire e la tendenza, anche nella prima parte del 2012, non sembra essere diversa nonostante i principali indici dell’indagine Trend – autorevole spaccato dell’economia realizzata da Cna (info su www.cnalucca.it) e prodotta dalla lettura dei dati di contabilità delle imprese (fatturato, costi e investimenti), numeri quindi credibili e reali -sembrano voler dire l’esatto contrario. “Qualcosa di positivo sembrerebbe essere successo nel 2011, ma il condizionale è obbligatorio visto che gli effetti della crisi – ha ammesso il Presidente Provinciale di Cna, Ugo Da Prato – sono ancora sconosciuti. Lo scenario, per il futuro, è molto confuso e noi, le imprese, dobbiamo essere pronti ad affrontare il cambiamento. Chi non sarà in grado di adattarsi avrà alte percentuali di non farcela. Ora però serve cautela”.

Lo ricorda il numero uno degli artigiani, lo ricordano itanti amministratori e rappresentanti intervenuti all’Assemblea annuale di Cna che si è tenuta, sabato 30 giugno, alla Camera di Commercio. Tra i protagonisti della tavola rotonda (condotta da Fabrizio Diolaiuti) Alessandro Tambellini (Sindaco di Lucca), Francesco Bambini (Assessore Provinciale allo Sviluppo Economico), Alberto Del Carlo (PresidenteFondazione Banca del Monte di Lucca), Umberto Guidugli (Presidente della Banca del Credito Cooperativo Versilia Lunigiana e Garfagnana), Claudio Guerrieri(Presidente Camera di Commercio di Lucca) e il Presidente Cna Nazionale, Ivan Malavasi. Malavasi, imprenditore emiliano, ha promesso “battaglia” martedì quando incontrerà il Premier Monti: “Le nostre imprese hanno le ali di piombo – ha spiegato – bisogna tagliare il debito alleggerendo il patrimonio pubblico che è man gestito e spesso inutile. Sono d’accordo con Monti: l’Italia ce la farà, e ce la farà da sola”. La chiave di svolta si chiama “adattamento”: “il modo di fare impresa è mutato e dobbiamo fare i conti con i bisogni e le esigenze di milioni di nuovi consumatori nel mondo – ha spiegato ancora Malavasi – ricerca, saper fare, innovazione, formazione sono questi gli elementi su cui una impresa deve puntare. Non esiste più un paese fatto dalla grande industria, oggi esiste un paese fatto da milioni di piccole realtà. L’impresa è un patrimonio: ogni impresa che chiude non è il fallimento del solo imprenditore, è un fallimento della società”.

L’emergenza – questo il messaggio – non è ancora finita. Anzi. “Non dobbiamo assolutamente pensare di essere fuori dalla crisi perché faremmo un gravissimo errore – analizza Da Prato – la crisi è evidente e l’analisi, se pur velatamente, lo lascia intravedere”. Macro dato alla mano, quello del fatturato nell’arco di tutto il 2011, l’artigianato lucchese sembrerebbe – obbligatorio ancora il condizionale – avere invertito la tendenza, è però la lettura dell’ultimo semestre del 2011, a portare tutti sulla terra: “Il 2011 si è chiuso in forte flessione – ha evidenziato l’analisi – nonostante l’anno si sia chiuso con il + 9,4% di fatturato. Un dato illusorio influenzato dalla dinamica del rimbalzo, dalla performance dell’edilizia e del manifatturiero. Dobbiamo però tenere in considerazione la congiuntura nazionale ed internazionale, e i dati negati relativi a occupazione, costo del lavoro e produzione. Al netto di tutto questo il quadro è in discesa e fa presagire un 2012 ancora tormentato”.

 

L’analisi. Il fatturato degli artigiani e dei piccoli e medi imprenditori torna a crescere con forza facendo registrare “più” 9,4% (pari a 606 milioni di euro) contro il “meno” 3,9% a livello regionale. Un dato confermato da un’altra voce determinante, quella degli investimenti, che potrebbe essere il preludio ad un reale miglioramento generale. Il 2011 si chiude con + 109% di investimenti, indicatore che conferma la fiducia e la vitalità – già registrata nel 2010 – da parte delle imprese. Allora la crescita era stata del 100%. Letto così, senza vivisezionare, la crisi sembra non abitare dalle parti di Lucca ma per una volta bisogna partire dalla fine per meglio comprendere il quadro generale. Il “caso” Lucca, in Toscana è certamente un’anomalia: “è un risultato – spiegano gli esperti del progetto Trend – che può essere visto tanto positivo, quanto vulnerabile, in quanto a rischio di essere smentito nell’arco di pochi mesi. Il macro-settore delle costruzioni, anche per il peso che rappresenta, è stato senza dubbio il protagonista di questo trend positivo. Fra l’altro, nella Provincia di Lucca non si era già verificato, almeno osservando il quadro dall’inizio della nostra serie, un evidente crollo dell’Edilizia come in altre zone della Toscana. D’altra parte, l’artigianato nonostante l’innegabile dinamica positiva di alcuni importanti indicatori (fatturato ed investimenti), non è certo immune dal riaffacciarsi di una crisi che già presenta i primi sintomi sul finire dello scorso anno e che purtroppo può contare su gli andamenti critici di alcuni fondamentali come la domanda, i consumi, il credito.

 

Il quadro di Trend. Vigorosa, tra i macro-settori, la crescita delle costruzioni (+18,3% contro il 2,9% regionale), manifatturiero (+5,2% contro il – 4,9% regionale) mentre subiscono una flessione i servizi (-4,3% contro il -5,3% regionale), i consumi (-2,9%) ma soprattutto dalle retribuzioni che scendano di 18% e che mostrano evidentemente la fragilità, in divenire,della situazione occupazionale lucchese in termini di domanda di lavoro da parte delle piccole imprese.

 

Costruzioni: Le Costruzioni costituiscono il comparto in assoluto più importante dell’economia artigiana lucchese detenendo oltre la metà del fatturato complessivo della provincia (53,1%). L’Edilizia ha avuto, come anticipato, un buon 2011 con una crescita dei ricavi pari a quasi 50 milioni in più rispetto al 2010, concentrato soprattutto nel 2° semestre dell’anno, a cui ha corrisposto un parallelo aumento dei consumi, ma anche una diminuzione delle retribuzioni segnale anche di una possibile flessione produttiva che potrebbe essere dovuta ad un assottigliarsi del mercato e riflettersi sui fatturati nei periodi successivi.

 

Manifatturiero: il fatturato manifatturiero cresce, rispetto al 2010, di poco meno di 8 milioni di euro, in controtendenza rispetto al valore regionale, dove si registra una contrazione del 4,9%. Con i suoi 159,3 milioni di euro rimane un comparto significativo rappresentando il 26,3% del fatturato dell’economia artigiana locale. Per quanto riguarda i settori manifatturieri localmente più significativi, si osservano degli incrementi in ognuno di questi: Metalmeccanica +9,2%, Legno +1,9%, Alimentari +25,9%, ad eccezione della Pelle (-9,2%). Inripresa anche i fattori di costo dell’intero comparto, in particolar modo dei consumi.

 

Servizi: I Servizi evidenziano un calo rispetto al 2010 di oltre 4% detenendo nel 2011 una quota del fatturato complessivo dell’artigianato locale pari al 20,6% ed attestandosi ad un volume d’affari di 124,7 milioni di euro. Sullaperformance del comparto influiscono i risultati negativi soprattutto dei settori trainanti del macro- settore: le riparazioni, che ne rappresentano il 32,2% e che scendono di 12,6% ed i Trasporti, con un peso ancora del 29,4% ed anche con un calo di 25,6% rispetto al 2010. Risultati positivi si registrano invece negli altri settori del terziario: Servizi alle imprese (+35%) e Servizi alle famiglie (+49,8%).

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artigianato CNA crescita crisi economia industria ugo da prato

ultimo aggiornamento: 01-07-2012


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