ROMA. “In riferimento ai nuovi, numerosi progetti di riorganizzazione predisposti da Poste Italiane, nonostante la disponibilità al dialogo ed al confronto dimostrata dalle organizzazioni sindacali attraverso concrete proposte di miglioramento e modifica, dobbiamo purtroppo registrare la totale indifferenza aziendale.” Lo scrivono Mario Petitto, Emilio Miceli e Walter De Candiziis, segretari nazionali rispettivamente di Slp-Cisl, Slc-Cgil e Failp-Cisal.

“L’Azienda infatti intende discutere limitandosi al perimetro delle proprie iniziative, rifiutando qualsiasi proposta alternativa, anche se questa si dimostra migliorativa e di minore impatto sull’organizzazione complessiva.

“È un atteggiamento a nostro avviso irresponsabile, tenuto conto che le pesantissime riorganizzazioni, così come da voi ipotizzate, presentano vaste aree di indeterminatezza ma soprattutto rischiano di soffocare lo sviluppo e la sopravvivenza dell’Azienda stessa minando gravemente i livelli occupazionali. Per tali motivi le organizzazioni sindacali aprono formale conflitto di lavoro ai sensi dell’articolo 17, lettera B) punto 3) del vigente CCNL sui seguenti problemi:

Servizi Postali: l’attuale situazione degli scenari internazionali riferiti al prodotto tradizionale imporrebbero all’Azienda una attenta valutazione di tutti i mercati di riferimento allo scopo di realizzare opportuni e mirati investimenti in quei settori (esempio logistica e corriere) che attualmente sono in forte espansione.

Il progetto così come formulato realizza processi irreversibili e scarica i propri effetti unicamente sul personale applicato nel settore. Pertanto riteniamo necessario un profondo cambiamento nell’applicazione del modello relazionale e di sviluppo aziendale che devono orientarsi al miglioramento dei processi, alla ricerca ed allo sviluppo di nuovi mercati e prodotti, alla valorizzazione delle risorse e ad una più attenta valutazione dei costi rivolta alla riduzione degli sprechi.

Ciò consentirebbe un rilancio delle attività e dei servizi aziendali con una forte tenuta dei livelli occupazionali. Al contrario l’Azienda ha approntato un progetto di riorganizzazione unicamente orientato ai tagli e pericolosamente indirizzato alla destrutturazione delle capacità aziendali di presidio dei mercati di riferimento, a partire dal servizio universale, continuando a creare gravi problemi nel settore.

Infatti il progetto aziendale di riorganizzazione dei servizi postali:

• prevede nella fase di avvio operazioni di taglio e chiusura in 5 regioni d’Italia creando così gravi sperequazioni e ricadute sui lavoratori per poi proseguire, in un secondo momento, a indiscriminati tagli su tutto il territorio Nazionale;

• anche in futuro produce unicamente operazioni di taglio delle zone di recapito e chiusura dei centri di meccanizzazione senza invece prevedere possibili investimenti e sviluppi di settori di mercato oggi molto competitivi come ad esempio i settori logistica e corriere;

• manca di qualsiasi riferimento alla completa fornitura mezzi e strutture operative nei tempi previsti dall’accordo del 2010;

• formalizza un utilizzo distorto e arbitrario della flessibilità operativa;

• evidenzia gravi e insufficienti condizioni di sicurezza nello svolgimento del servizio di recapito;

• viola palesemente gli accordi precedenti, tuttora in vigore, sui parametri e sui coefficienti per la determinazione delle zone recapito;

• il mancato riconoscimento sia in termini contrattuali che di legge dello svolgimento delle “funzioni superiori” e la mancata applicazione dei corretti tempi di inquadramento delle figure professionali.

Mercato Privati: nonostante la perdurante crisi economica e la conseguente necessità di presidiare il mercato di riferimento con una particolare attenzione alla qualità dei servizi offerti ed alla soddisfazione dei propri clienti, continuano a persistere gravi problemi nel settore, particolarmente registriamo:

• una dinamica degli organici che genera forti carenze di personale sia sportellista che specialistico e indebolisce fortemente la capacità di produrre un’offerta all’altezza delle necessità della clientela di riferimento;

• un progetto aziendale che da una parte realizza tagli e chiusure dei propri uffici sul territorio rinunciando ad implementare altri servizi e dall’altra annuncia la conversione degli stessi uffici dei quali ha progettato la chiusura;

• indebite pressioni commerciali volte a costringere i lavoratori ad adottare comportamenti non coerenti con i profili della clientela o, addirittura, in contrasto con le normative e i regolamenti ISVAP e CONSOB;

• una azione di incentivazione commerciale poco chiara e trasparente sia sugli obiettivi da realizzare, sia sui risultati conseguiti dai diversi UU.PP.;

• il mancato rispetto dell’accordo relativo al riconoscimento delle pause al personale considerato video-terminalista, sia per quanto attiene i tempi e le modalità di fruizione della pausa che per quanto attiene alle previste visite mediche e all’ergonomia delle postazioni lavorative;

• il mancato rispetto del CCNL per quanto riguarda il Conto Ore individuale, spesso applicato per cause non previste ed ostacolato nei recuperi da parte delle direzioni aziendali;

• una piattaforma tecnologica di funzionamento degli sportelli (SDP) che fino ad oggi, causa il ripetersi di blocchi totali e/o parziali, ha causato gravi danni ai clienti e forti ripercussioni sui lavoratori, sulla quale l’Azienda prevede di scaricare le proprie inefficienze appesantendo ulteriormente le attività dei lavoratori interessati con una serie di indicazioni operative incoerenti con le stesse disposizioni aziendali;

• una serie di iniziative unilaterali, da parte aziendale, tra le quali quella che ha formalizzato, in riferimento all’anno 2011, con il livello A2 tutti i direttori di ufficio postale impresa, senza peraltro mai convocare la relativa commissione inquadramento;

• la realizzazione di progetti relativi alle attività di antiriciclaggio e “presidio al sabato” che scaricano le inefficienze aziendali unicamente sui lavoratori appesantendone le attività e mortificandone le professionalità;

• una organizzazione degli orari negli UUPP fortemente penalizzante per i lavoratori;

• il continuo ricorso alla formazione con modalità organizzative e orarie che ne vanificano gli obiettivi;

• il mancato riconoscimento sia in termini contrattuali che di legge dello svolgimento delle “funzioni superiori” e la mancata applicazione dei corretti tempi di inquadramento delle figure professionali.

Si rimane in attesa dell’avvio della prevista procedura contrattuale invitando l’Azienda, si sensi del predetto art.17 CCNL, a sospendere ogni iniziativa in atto.

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