(foto Andrea Zani)
(foto Andrea Zani)

VIAREGGIO. Lo hanno fatto per anticipare possibili ripensamenti da parte dell’ormai ex sindaco Luca Lunardini, dopo che questi aveva rassegnato le dimissioni lo scorso giovedì: così i 16 consiglieri comunali che avevano firmato la mozione di sfiducia al primo cittadino giustificano la decisione di dimettersi dalla loro carica. Una decisione, questa, che porterà allo scioglimento della massima assemblea cittadina

I 12 consiglieri comunali del centrosinistra più Bruno Puccinelli (Gruppo Misto), Nino Sergiampietri (Vivere Viareggio), Paolo Spadaccini (Udc) ed Eugenio Vassalle (Gruppo Misto) spiegano in una lettera le ragioni della loro scelta: “Il sindaco di Viareggio, dopo la significativa bocciatura del Regolamento Urbanistico, ha rassegnato le sue dimissioni. Il dottor Lunardini dice che questa volta saranno irrevocabili. Bene. Non può sussistere alcun dubbio circa la netta sconfitta politica sul Regolamento Urbanistico e cioè su una delle principali scelte che possa operare un’amministrazione comunale.”

“Questa sconfitta sottolinea, ove ve ne fosse stato bisogno, la totale inesistenza di una maggioranza politica necessaria per il governo di Viareggio. Tanto più necessaria oggi, a fronte di una crisi che interessa gli stessi Comuni, le Province, le Regioni, e cioè tutto il sistema degli enti locali e territoriali, oltre a milioni di famiglie e di aziende che si trovano in difficoltà economiche sempre crescenti e una gran parte di giovani uomini e donne condannate ad avere un rapporto, quando andrà bene, episodico con il lavoro.

“A questa condizione generale si è andata sommando, qui da noi, una totale incapacità amministrativa che ha ridotto la città nelle condizioni che ognuno può vedere. Ci sarebbe un gran bisogno di scelte coraggiose in grado di porre Viareggio, in questi anni orribili, nelle condizioni di corrispondere, per il possibile s’ intende, ai bisogni di una città ferita da una crisi economica e sociale senza precedenti.

“Si assiste, invece, al piccolo cabotaggio, al navigare a vista, a vere e proprie contorsioni della vita politico- amministrativa. Per questo il commissario non rappresenta una scelta voluta ma una vera e propria necessità che scaturisce tutta intera dal non avere più, la giunta Lunardini, una maggioranza politica in grado di governare.

“Ulteriori cincischiamenti, perdite di tempo, rituali di una politica malamente intesa e al contempo malamente praticata, non sarebbero spiegabili e condivisibili. Il sindaco ha affermato la irrevocabilità delle sue dimissioni. Non potrebbe che essere così: è giusto che si dimetta lui che porta la massima responsabilità dell’accaduto.

Ed ecco il passaggio saliente: “Noi, a scanso di un suo possibile ripensamento, abbiamo deciso di rassegnare le nostre individuali dimissioni dall’incarico di consiglieri comunali. Con questo atto, con la firma delle dimissioni della maggioranza del consiglieri – 16, per l’appunto -, il consiglio comunale non potrà che essere sciolto: così dispone la legge.”

Nonostante la “vittoria politica”, come Milziade Caprili de la Sinistra/l’Arcobaleno aveva definito la revoca dell’adozione del Regolamento Urbanistico, i consiglieri dell’opposizione decidono dunque di fare un passo indietro.

“Questa decisione non significa disinteresse per quanto accadrà dal commissariamento di Viareggio in poi: dovranno essere, anzi, attivati tutti i meccanismi democratici e di controllo sulle attività amministrative.

“In questo lavoro di controllo, ed insieme di concretizzazione, di iniziative politiche e programmatiche ci sentiamo, ognuno e ognuna con le proprie posizioni, già da oggi impegnati. Per il futuro di Viareggio, ovviamente, saranno determinanti le opzioni programmatiche e politiche in campo e, sopratutto, le scelte dei nostri concittadini e delle nostre concittadine.”

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