FIRENZE. Ore 8 precise, scuola pubblica materna Enrico Pestalozzi  di Siena, mercoledì 12 settembre: saranno un bambino scelto a caso e Stella Targetti, vicepresidente di Regione Toscana con delega all’Istruzione, a premere il pulsante della campanella per dare l’inizio al nuovo anno scolastico in quello e, virtualmente, in tutti gli altri 2.635 plessi scolastici sparsi in tutta la Toscana. Subito dopo Stella Targetti si sposterà in un’altra scuola dell’infanzia della provincia di Siena per inaugurare un’altra sezione Pegaso.

“Buon anno scolastico agli alunni e agli studenti, alle loro famiglie e a tutti i lavoratori della scuola. E un appello – scrive Stella Targetti – a tutti gli altri, a chi per età e per professione non è più tra i banchi: non dimenticatevi della scuola, non consideratela una cosa che non vi riguarda. Si parla tanto di crescita economica, ma si dimentica troppo spesso che per crearla
bisogna anche investire di più sull’istruzione. Anche per questo – prosegue la vicepresidente di Regione Toscana – mi preoccupano i problemi che segnano l’inizio di questo anno scolastico, in particolare la carenza di insegnanti di sostegno. Come Regione abbiamo investito 1,5 milioni di euro per l’inclusione degli studenti disabili e l’anno scorso, grazie ad un accordo con l”Ufficio scolastico regionale, abbiamo finanziato 160 progetti che hanno coinvolto 350 classi e 438 alunni. Sosterremo progetti di questo tipo anche quest’anno, ma purtroppo non basta: servono più docenti di sostegno e questo rientra nelle competenze istituzionali dello Stato centrale”.

“Bisogna ripensare totalmente le modalità di assegnazione dei docenti e arrivare al superamento dell’organico di diritto e dell’organico di fatto. Quello che serve – chiude la nota di Stella Targetti – è l’organico funzionale, di istituto, assegnato ad ogni realtà scolastica per più anni tenendo conto di esigenze come le supplenze brevi e il recupero scolastico, oltre che degli ordinamenti, degli insegnamenti e del numero degli studenti. Senza questo cambiamento, non solo non si risolveranno i problemi di oggi, ma nessun progetto di innovazione della scuola italiana potrà essere davvero credibile ed efficace”.

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