VIAREGGIO. “Le nuove esigenze economiche in tempo di crisi, i tagli trasversali su tutti i settori, compresa la salute che dovrebbe essere il bene primario, rendono necessario ripensare al nostri modello sanitario.” Lo sostiene Vincenzo Santoro, responsabile sanità e salute del circolo viareggino di Sinistra Ecologia Libertà.

“In Toscana lo stanno già facendo focalizzando l’ospedale sulle fase acuta delle malattie, con riduzione di posti letto il cui utilizzo andrà ottimizzato al massimo ed un’accorpamento dei reparti di alta specializzazione per garantire una maggiore competenza e qualità.

“Al tempo stesso stanno provando ad immaginare un territorio che continui il percorso di cura sia del post acuto, sia delle malattie croniche. Non si uscirà dall’ospedale guariti, ma si continuerà ad essere curati nelle strutture intermedie oppure a domicilio e si andrà in ospedale da ricoverati solo per le urgenze non gestibili sul territorio. Questo dovrebbe essere il programma dell’assessore Marroni e del presidente Rossi.

“C’è però un problema di tempi: mentre gli ospedali ad intensità di cura ci sono o sono quasi a termine quelli di nuova costruzione, il territorio, eterna promessa mai mantenuta in una visione che per anni è stata troppo ospedalo-centrica, ancora latita ad è fortemente impreparato a compiere il suo ruolo essenziale. Siamo in attesa della Casa della Salute delle Associazioni Funzionali Territoriali, del nuovo modo di gestire l’emergenza, senza guardia medica dalle 24 alle 8 con sovraccarico di lavoro per il 118, la cui professionalità – le ambulanze saranno senza medico che potrà intervenire, ove richiesto, raggiungendo il malato con un auto – andrà potenziata con strumenti e protocolli dedicati.

“Tutta questa parte della rimodulazione del servizio sanitario esiste solo come progetto, sebbene ci sia stata qualche sperimentazione a macchia di leopardo. Serviranno dei percorsi di salute che uniscano l’ospedale ed il territorio, serviranno delle figure che gestiscano questi percorsi, ci vorrà maggior informazione e consapevolezza dei cittadini di questi epocali cambiamenti ed un potenziamento e valorizzazione del sociale fondamentale nei percorsi di guarigione sopratutto per gli anziani e per i disabili. Di questo nemmeno l’ombra.

“Non si sente parlare nemmeno di prevenzione per non ammalarsi – ancora poco efficace la sanità d’iniziativa – sia come intervento sulla persona che come intervento sull’ambiente e nemmeno di valorizzare maggiormente le terapie non farmacologiche. Eppure è risaputo sin dall’antichità che il miglior medico non è quello che cura le malattie, ma quello che non fa ammalare le persone e si risparmierebbe anche.”

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