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VIAREGGIO. “Innazitutto è bene chiarire che non siamo pregiudizialmente contro i parcheggi sotterranei, come invece lo siamo contro le centrali nucleari o contro gli inceneritori. La nostra contrarietà ai parcheggi sotterranei a Viareggio nasce dall’impatto che questi hanno sul cuneo salino. Problema che cresce in relazione alla profondità dello scavo e che altre città non hanno.” Così Andrea Antonioli di Sel replica a Massimiliano Baldini del Movimento dei Cittadini per Viareggio e Torre del Lago.

“Ma oltre ai problemi ambientali i parcheggi sotterranei non sono sostenibili economicamente e la motivazione viene proprio dall’esperienza. Quando Viareggio ha provato a cercare privati interessati, questi hanno posto precise condizioni, poiché nessuno viene a Viareggio a fare beneficienza ed il privato vuole naturalmente guadagnare sul proprio investimento.

“Quindi, parliamoci chiaro: i parcheggi della Passeggiata o di Piazza D’Azeglio, esclusi limitatissimi periodi estivi, sono saturi solo la domenica ed il sabato pomeriggio, naturalmente se c’è il sole, ed il costo di un parcheggio sotterraneo – almeno 20mila euro a stallo – non si ammortizza se si mantengono anche i posti in superficie, non a caso il privato chiedeva di eliminarli in egual misura.

“Ciò significa quindi non aumentare la dotazione di posti auto ed inoltre per ammortizzare l’investimento e pagare i costi di gestione, che per un parcheggio sotterraneo sono decisamente maggiori, bisogna aumentare sensibilmente il costo del parcheggio (basta vedere quanto costano i parcheggi sotterranei a Pisa o a Firenze). Avere lo stesso numero di posti auto e pagare molto più caro il parcheggio significa favorire il commercio ed il turismo? Mi pare proprio di no.

“Nessun pregiudizio dunque verso i privati, ma la consapevolezza che per far guadagnare il privato si creerebbe un danno ambientale ed all’economia cittadina. Tenere i piedi per terra non significa non fare scelte ma anzi farle in modo consapevole e realizzare ora opere pensate trent’anni fa non significa essere moderni, bensì si rischia di sbagliare due volte. Le scelte da fare oggi sono quelle che servono a dare risposte alla situazione attuale, caratterizzata dalla crisi, non alla realtà di un tempo.

“Possibile che si continui a discutere del percorso dell’ultimo tratto dell’asse di penetrazione senza capire bene come nel frattempo è cambiata la darsena e quindi il traffico connesso alle sue attività? Questo si, continua ad essere un modo ideologico e pregiudiziale di affrontare i problemi, guardando appunto sempre al passato ed alle contrapposizioni del passato e non al futuro di questa città.

“La sfida del cambiamento è proprio questa: pensare alla città del futuro partendo dal suo stato attuale e quindi dalla crisi che la attanaglia, con idee nuove, concrete e senza pregiudizi.”

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