VIAREGGIO. “L’ho detto a Monti, la tassa di stazionamento va ripensata”. Il presidente di Futuro e Libertà, Gianfranco Fini, ammette l’errore nella legge Monti sulla mai digerita tassa di stazionamento per le imbarcazioni. Lo fa durante l’incontro a sostegno del candidato alla Camera dei Deputati per Fli (lista Monti), Massimiliano Simoni, che si è tenuto ieri (13 febbraio) all’Hotel Principe di Piemonte.

Secondo Fini, la tassa di stanziamento è una di quelle “leggi che va cambiate”. Perché “ha portato meno denaro di quello che si pensava e ha svuotato i nostri porti. Tanti possessori di imbarcazioni hanno portato la barca in Corsica piuttosto che in Costa Azzurra, producendo una fuga dai porti italiani”.

Ma il presidente della Camera si è soffermato anche sull’altro grande tema che interessa la Versilia: la direttiva Bolkestein. “L’Italia – dice – ha ottenuto, in sede Europea, maggior tempo per uniformarsi alla direttiva; una boccata d’ossigeno agli operatori che però devono consorziarsi. Devono prepararsi a partecipare alle gare non come singoli imprenditori, ma come consorziati”. L’altro tema affrontato è stato il rilancio della nautica tramortita dalla crisi. Per rilanciarla, il presidente della Camera propone di puntare sullo stile italiano e il made in Italy.

E sulla burocrazia, rispondendo ad una domanda sull’art 68, legge che risale al 1942, che obbliga le imprese per accedere  all’area di demanio marino di produrre autorizzazioni e compilare fino a 20 documenti ha spiegato: “troppa carta. Va affrontato il tema in modo organico cercando di definire chi fa e chi fa cosa. E’ un ginepraio di competenze; la burocrazia è evidente, è un freno”.

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