VERSILIA. All’Henraux come al Grande Fratello. Sono state installate all’interno del reparto moschea dell’azienda leader del lapideo versiliese due telecamere, per monitorare le fasi produttive di un robot-plasma sculture che riceve input da un software.
I dipendenti non se la sono presa però con i vertici della Henraux, quanto piuttosto con le rappresentanze del sindacato Fillea Cgil risultato “appagato e ininfluente – come commenta sulle pagine di un noto quotidiano locale Patrizio Mattei, operaio dell’azienda iscritto al sindacato – quasi allo stato vegetativo. Se ci fosse stato assicurato che l’installazione delle telecamere è fine a se stessa, che rientrano in certo processo che può avere anche aspetti positivi, se fosse stato reso noto il risultato delle verifiche dell’Ispettorato del lavoro.. avremmo potuto essere d’accordo. Io ho fatto alcune domande e non ho avuto risposta. Ecco perché ho riconsegnato, come atto dimostrativo, la tessera Cgil in occasione dell’assemblea”.
Da parte sua Leonardo Quadrelli, segretario provinciale Fillea Cgil, si difende sulle pagine dello stesso giornale. “Innanzitutto durante l’assemblea nessuno è intervenuto per dire “io sono contrario” – commenta – le telecamere inquadrano il macchinario che lavora ad alta intensità: ecco perché è opportuno che le fasi vengano seguite. Non viene dunque ripreso alcun lavoratore – continua il sindacalista – neppure accidentalmente: l’articolo 4 della legge 300/’70 («È vietato l’uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori», ndr) è rispettato, dunque non possiamo impedirne l’installazione”.
Henraux informa il sindacato – mediante un documento “che non può essere reso pubblico –precisa Quadrelli – perché si entra nel merito del funzionamento del robot e sarebbe come fare spionaggio industriale” – sull’intenzione di installare occhi elettronici perché l’occhio umano possa seguire, step by step, un processo produttivo che è bene non si inceppi.
