VIAREGGIO. “Sarà magari per un mio difetto, ma confesso, anche da quello che leggo sulla stampa e pur conoscendolo da qualche decennio, che trovo sempre più difficoltà a capire come e per quali fini si muove Milziade Caprili”.

Lo scrivere l’esponente della Federazione della Sinistra Emiliano Favilla, intervenendo sul dibattito aperto sulle candidature a Viareggio.

“Se anche Caprili, nei vari incontri avuti e che continua ad avere con il PD, riconosce percorribile un’intesa con il candidato a sindaco per Viareggio Leonardo Betti su di un programma condiviso – dice Favilla –  tutti si dovrebbero adoperare alla luce del sole, Caprili compreso, per l’unità della sinistra in tutte le sue articolazioni per battere la destra, soprattutto quella berlusconiana del malaffare”.
“A sinistra ci sono tante risorse di persone oneste e capaci – aggiunge l’ex assessore provinciale versiiese – che possono veramente dare un contributo coerente al cambiamento che chiede la gente. Quindi, pur in una situazione non facile, bisogna fare il possibile per dare alla città una risposta di governabilità trasparente e dove i cittadini siano protagonisti delle scelte”.

Più duro un’altro intervento, sempre dello stesso Favilla. “Dalla conferenza stampa di Milziade Caprili del 15 marzo – afferma – si ha la conferma di un paio di cose: prima cosa l’ammissione che ci aveva provato. Seconda cosa che, tramontata la sua scesa in campo, tutto il resto non gli interessa. Sul primo punto la critica che ha mio modesto avviso si poteva fare alla discesa in campo del Caprili era di averla buttata sul piatto all’ultimo momento, provocando solo sconcerto e indebolimento oggettivo di qualsiasi possibilità di governo della sinistra”.
“Caprili non è un pivellino, ha capacità e competenza – aggiunge Favilla – perché allora non ha fatto un percorso lineare e chiaro di confronto a tutto campo nei tempi dovuti, creando anche i presupposti per l’unità della sinistra sulle cose da fare nell’interesse della città? Sul secondo punto invece la critica, è quella di fare come Ponzio Pilato: senza di me fate pure, fatti vostri. Anche questo non mi sembra giusto chi come lui ha vissuto di politica per tutta la vita non ha il diritto di “lavarsene le mani”. Un contributo, seppur con umili ruoli, lo si può dare sempre e comunque e questo, ripeto, non è solo un diritto universale ma un preciso dovere di ogni progressista”.

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