FIRENZE. Una buona notizia dalla Regione Toscana per gli spazi a servizio dell’infanzia: l’ammontare dei finanziamenti che stanno arrivando a Comuni, enti e cooperative sociali è salito a 6, 4 milioni; ciò consente di realizzare 20 strutture con una particolare attenzione per i centri educativi “zero-sei”.

“Un anno fa, quando venne lanciato il bando, le risorse disponibili erano 4,2 milioni ma – sottolinea con soddisfazione Stella Targetti, vicepresidente con delega all’Istruzione – siamo riusciti a trovare altri 2,2 milioni di euro circa e dunque adesso, a istruttoria conclusa, siamo in grado di finanziare ben 20 progetti, la maggioranza dei quali riguarda i Centri zero-sei. Strutture innovative che superano la divisione fra nido e scuola dell’infanzia per offrire percorsi educativi integrati: non più classi/sezioni per età ma gruppi aperti nei quali il bambino viene inserito in base al proprio sviluppo”.

Il decreto è fresco di certificazione. Sui 20 progetti risultati vincitori, ben 11 riguardano i Centri zero-sei (“Una scommessa tutta toscana dietro la quale sta un’idea pedagogica forte e innovativa, condivisa ampiamente da esperti ed educatori”): dall’assessorato regionale all’istruzione viene annunciata come imminente una iniziativa pubblica “per presentare e conoscere da vicino tutte le sperimentazioni – sottolinea Stella Targetti – che hanno vinto il bando”.

Una di queste sperimentazioni ha sede a Livorno, una a Lajatico (Pisa) e una a Montevarchi (Arezzo). Altre tre sperimentazioni “zero-sei” sono rispettivamente a Prato, Lucca e Pistoia. Una a Empoli e una a Scandicci mentre le restanti tre sono situate nel comune di Firenze. Tre fra gli 11 progetti nella fascia “zero-sei” sono stati promossi da enti locali, sette da soggetti del privato e uno da un’azienda pubblica di servizi alla persona.

“Il privato sociale ha manifestato dinamismo e capacità di cogliere le sfide – commenta Targetti – soprattutto in contesti territoriali nei quali c’è una offerta pubblica di servizi educativi di qualità: forse non a caso il primo progetto nella graduatoria “zero-sei” è stato presentato, a Livorno, da un soggetto privato in un territorio dove il Comune ha da tempo investito molto sulla continuità educativa 0-6 anni, anche attraverso la scelta di collocare nello stesso edificio nidi e scuole dell’infanzia. A dimostrazione che il nostro sistema integrato pubblico-privato funziona”.

Cinque i progetti vincitori riferiti ai tradizionali nidi per la prima infanzia (zero-tre anni): sono collocati sui territori di Volterra, Firenze, Cascina (Pisa), San Miniato (Pisa), Santa Maria a Monte (Pisa). I restanti quattro progetti finanziati riguardano servizi per l’infanzia (tre-sei anni): Montescudaio (Pisa), Minucciano (Lucca), Tavarnelle Val di Pesa (Firenze), Sinalunga (Siena).

Con i 6,4 milioni di contributi, i proponenti realizzeranno opere per un importo complessivo, ammesso, che sfiora i 12 milioni di euro. Gli importi dei 20 progetti sono compresi fra i 20 mila e i 600 mila euro: riguardano spese per nuove costruzioni, ristrutturazioni edilizie, consolidamenti statici, ampliamenti e messa a norma di edifici, installazione impianti, attrezzature e arredi, costi di progettazione e collaudo lavori.

Alla scadenza del bando (30 luglio 2012) pervennero 140 domande: di queste, l’istruttoria ne dichiarò ammissibili 114 con l’attribuzione di punteggi in base ai quali è stata redatta la graduatoria che ha consentito, in base alle risorse effettivamente disponibili, di finanziare i primi 20 progetti. “Questa consistente distanza fra bisogni delle comunità e risorse in effetti disponibili – commenta Targetti – è fonte di riflessione: non fa certo piacere constatare che se 20 sono i progetti finanziabili, ben 94 sono quelli destinati a restare fuori”. Il totale dei costi di tutte le 114 opere presentate e dichiarate ammissibili raggiunge i 56,3 milioni di euro: per venire incontro a tutte queste esigenze la Regione Toscana avrebbe dovuto disporre, per assegnare contributi ammissibili, di 29,5 milioni di euro (in realtà – come visto – ne ha potuti mettere 6,4).

Tornando sulla scelta “zero-sei”, la vicepresidente ricorda come “in un momento di grande incertezza sul destino della scuola per l’infanzia e di difficoltà per i nidi, questi nuovi percorsi educativi puntano sul diritto al futuro e sono un contributo importante alla ulteriore crescita della cultura dell’infanzia”.

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ultimo aggiornamento: 29-03-2013


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