(foto Andrea Zani)

VIAREGGIO. La prima parte dell’appuntamento con la storia è fissata per domani (3 aprile) alle 20,45. Difficilmente, andando a ritroso negli anni, si ritrovano partite tanto importanti per il Viareggio, che nello stadio di casa aspetta il Latina per capire se la Coppa Italia Lega Pro è una coppa che si può realmente alzare al cielo, oppure se è solo un sogno destinato a rimanere tale.

La priorità resta il campionato: tutti lo dicono, tutti lo pensano. Perché cosa te ne fai di una coppa se poi retrocedi? Onestamente, nulla. Ecco perché la gara di domenica, sempre ai “Pini”, contro la Nocerina non può e non deve essere trascurata. Specie perché i numeri del girone di ritorno non fanno sorridere: il dato delle cinque sconfitte di fila fuori casa, ad esempio, è decisamente preoccupante.

Ma, almeno per un giorno, nella mente e nei cuori dei tifosi bianconeri (evitiamo di dire quanti, perché altrimenti si rischia di fare solo brutta figura) c’è solo la finale d’andata di coppa. Le memorie del trionfo del 2006 al “Flaminio” contro il Real Ippogrifo sono riaffiorate col passare dei giorni: ma chi può essere il moderno “sparviero” (Alberto Francesconi, ndr)?

Cuoghi schiererà i titolarissimi, quelli su cui può fare maggiore affidamento. Nessun esperimento, nessuna novità rilevante. Almeno, così sembra. Dietro manca Conson per squalifica e, soprattutto, Carnesalini per la rottura del tendine d’achille. Dei dilemmi del tecnico bianconero per cercare di coprire la falla che sul centrosinistra si è aperta da Avellino in poi, si è scritto in abbondanza: in quella posizione Fiale non è a suo agio – vedi la gara casalinga col Gubbio – e Trocar è stato troppo discontinuo.

Dal corposo mazzo dei centrali a disposizione Cuoghi ha deciso di ripescare Fabio Lamorte. La sua storia è caratterizzata da quella sfortuna cronica che se decide di perseguitarti, difficilmente ti lascia scampo: tra problemi fisici ed infortuni in due anni col Viareggio il difensore scuola Sampdoria ha giocato pochissimo. Tanta panchina ad inizio stagione, poi qualche apparizione come vice Maltese, esperimento non entusiasmante, ma neppure poi così fallimentare per uno abituato ad anticipare e spazzare via e non certo a cucire e ad impostare. Contro Pisa e Perugia viene schierato dal primo minuto come centrale di difesa, poi, ancora panchina, sino alla partita di Prato, dove viene dirottato sul centrodestra. Rimedia un’espulsione e si fa male, ancora, al ginocchio. E per lui si prospetta un altro lungo e doloroso stop, sino al momento – e siamo ai giorni nostri – della guarigione. Con tutta probabilità giocherà sul centrosinistra, con Fiale centrale e Tomas a destra.

Maltese si riprenderà le chiavi del centrocampo, con Pizza a mordere sulle caviglie avversarie e Calamai addetto agli inserimenti, sempre che in questa mini sosta sia riuscito a ritrovare quella brillantezza che nel 2013 ha smarrito pressoché del tutto. Pellegrini a destra e Martella a sinistra dovranno pensare a saltare l’avversario prima che sia lui a fare altrettanto con loro: ragionamento scontato e pure automatico quando una squadra gioca col 3-5-2.

Là davanti ci sarà Magnaghi a far coppia con Giovinco. Il “toro di Lovere” sta vivendo un evidente periodo di appannamento, il gol gli manca dal vittorioso derby con la Carrarese del 2 febbraio. Un’eternità. Ma i suoi centimetri possono far molto comodo, specie a Giovinco, il più in forma di questi tempi. Viareggio (intesa come squadra e città) si aggrappa a lui, ad una sua giocata, ad una sua invenzione che accenda improvvisamente la partita.

Stefano Cuoghi ha più volte espresso un concetto: per entrare nella storia, arrivare secondi non basta. I trofei bisogna vincerli. E arrivato a questo punto, non vorrà certo tirarsi indietro. In cuor suo sa bene che la gara con la Nocerina di domenica è di un’importanza vitale, per rimanere in Prima Divisione senza i play-out, almeno quest’anno. Ma al mercoledì si giocano le coppe. Questa non sarà europea e non avrà le grandi orecchie, ma fa sognare allo stesso modo. In fondo, Viareggio non è Torino. O Milano.

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