VIAREGGIO. “Essendo ormai sulla dirittura finale che porterà a fine maggio alle elezioni amministrative viareggine ritengo di svolgere, non come presidente del Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli ma come dirigente politico del Pd viareggino e versiliese, alcune brevi riflessioni.” Inizia così una lunga lettera di Fabrizio Manfredi, ex assessore all’urbanistica, attuale presidente dell’Ente Parco.

“La Viareggio e la Torre del Lago che giungono a questo importante appuntamento democratico sono sfibrate, umiliate e smarrite, a causa certamente della crisi complessiva in cui si trova da tempo il nostro paese ma anche particolarmente dalla assoluta mancanza di governo positivo della cosa pubblica comunale che dall’avvento della giunta Lunardini sino all’attuale gestione commissariale – che è stata della suddetta l’inevitabile epilogo – ha caratterizzato questi ultimi cinque anni.

“Infatti il blocco di qualsiasi processo di modernizzazione ed innovazione, il rinsecchimento e l’immiseramento nell’erogazione dei servizi, la sconcertante incapacità di garantire la manutenzione quotidiana sono stati la cifra di questo fallimento. Tant’è che gli unici lavori degni di nota in corso attualmente quali il parziale arredo urbano di un tratto della Passeggiata, il completamento del secondo lotto di via delle Darsene e la riqualificazione di Piazza Shelley sono opere o già appaltate o progettate e finanziate o delineate e pianificate dalle precedenti amministrazioni di centrosinistra.

“La città e la frazione hanno quindi un estremo bisogno di riessere prese per mano ed aiutate a risollevarsi e riposizionarsi su terreni più avanzati facendo leva e maggior ragione in tempo di crisi, sulle loro tuttora grandi potenziabilità di natura, lavoro, cultura che rappresentano il loro patrimonio.

“Non penso assolutamente che questo ruolo di guida e di traino in una situazione così delicata e compromessa possa essere offerto e tanto più garantito né dalla destra cittadina che ha miseramente fallito la chance che in modo rocambolesco le era capitata nel 2008 e che oggi si ripropone con la candidatura a sindaco di un esponente politico un po’ meno impresentabile di altri suoi colleghi ma profondamente logorato dai suoi trascorsi e neppure dalla pletora sterminata di altre liste che fanno o dell’antipolitica a prescindere o del civismo da strapaese i loro cavalli di battaglia.

“In tutto questo infatti, con rare eccezioni, si riscontrano umori negativi, come minimo velleitarismo ed improvvisazione quando non pervicace denigrazione di tutto e di tutti accompagnati da buone dosi di presunzione ed arroganza. Stendo, poi, un velo pietoso su eventuali candidature di ex sindaci di altri Comuni versiliesi che sono improbabili ‘personaggi in cerca d’autore’.

“Il centrosinistra cittadino che in questi anni ha condotto con impegno e determinazione la sua battaglia nei confronti dell’incompetenza e dell’avventurismo della destra, che ha elaborato alla luce del sole una sua piattaforma programmatica realistica ed ambiziosa sulla quale ha costruito laboriosamente lo sua coalizione, che ha selezionato la sua candidatura a sindaco non nelle segrete stanze né tantomeno con autoproclamazioni un po’ pacchiane, ma attraverso delle impegnative primarie aperte agli elettori è l’unica vera e credibile alternativa al declino.

“È l’unico che può tradurre anche il risentimento e la rabbia per come vanno le cose in un progetto di governo che ha nel suo repertorio una cultura del cambiamento nutrita di esperienze, conoscenze, competenze e passioni e che sappia collocare Viareggio ed il suo territorio nella Versilia, nella Toscana, in Italia, in Europa: è di questo respiro che Viareggio ha bisogno per ripartire.”

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