(foto gruppo facebook) VIAREGGIO. Chi ci scrive si firma semplicemente “dipendenti Atlantide CoMiSe, CoMiSo, e Penelope”. E ci avvisa: “Se pubblicherete questa lettera arriverà una unanime dissociazione, perché così funziona”.

Nonostante questo diamo spazio a questa lettera arrivata in redazione. Il punto sono gli stipendi, arretrati, che la Misericordia di Viareggio deve ancora a diversi lavoratori delle società che collaborano o sono direttamente legate alla Misericordia. Il tema torna di grande attualità, ora che la stessa Misericordia ha ‘sistemato’ (cassa integrazione al 50%) i dipendenti di ReteVersilia.

“Carissimi, chi vi scrive lavora per la Misericordia di Viareggio. Scusateci se non ci firmiamo, sapete il perché. A Reteversilia si viene pagati, adesso sono in pari e noi ? Noi siamo indietro con lo stipendio di 5 mesi? Sono saltati fuori i soldi Voi questo lo sapete? Ma soprattutto sapete da dove sono arrivati e cosa è stato dato in garanzia? La TV è cosa a parte canta la canzoncina, si gestisce da sola e da sola paga chi ci lavora. Ma la Misericordia ha sempre provveduto, tappando i buchi da una parte, creando voragini dall’altra, ed adesso che i soldi si sono trovati, non si divide ad ognuno i suoi”.

“L’impresa funebre forniva liquidità, in attesa che le pubbliche amministrazioni saldassero i debiti. Da quando la TV è nata, piano piano liquidità non c’è più stata, le lacrime si quelle per tutti. Urlare paga e gli articoli sui media hanno funzionato. Loro tutti compatti e con un unico intento, un unico fine, quello di venire compensati oppure tutti insieme chiudere in bellezza”.

“Noi  invece quelli divisi, pagati a rate, cassintegrati a simpatia e presto tagliati. Noi zitti, perché la Mise è una seconda casa, oltre che un lavoro e Voi tutti zitti, come noi. Adesso è ora di parlare e dirci cosa dobbiamo fare. Dobbiamo gridare, scrivere, scioperare e occupare? Dobbiamo far diventare la Misericordia, come una fabbrica od un cantiere in procinto di chiusura? Siamo quelli che tirano avanti i servizi d’Istituzione, da dismettere come il patrimonio immobiliare. Quelli delle Ambulanze, che vengono rottamate. Quelli delle Strutture, che vengono accorpate. Quelli del Cimitero con più buchi nel bilancio, che in terra. Quelli che si guardano intorno e non vedono più nulla da guardare. Voi dovreste Amministrare, a Voi il potere di gestire o accantonare”.

“Adesso è ora di venirci a guidare, non basta più la preghiera prima e dopo ogni Consiglio, ora è necessaria la vostra presenza. Prendete posizione, esponetevi, fateci vedere con chi abbiamo veramente a che fare, se siete quelli che ci riusciranno a salvare, oppure quelli che ci rovineranno definitivamente. Noi siamo quelli che non possono più aspettare”.

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