(foto Galatea Versilia)
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SERAVEZZA. Dopo l’articolo sulla ferriera di Seravezza e sulla chiesina di Valventosa, luogo di preghiera per gli operai del vicino polo siderurgico, grazie a Galatea Versilia continuiamo il viaggio alla scoperta dell’archeologia industriale locale.

 

Le miniere versiliesi erano conosciute sin dall’antichità e incrementarono la produzione grazie alla presenza medicea.

Cosimo I istituì nel 1540 la Magona, ossia l’organo che amministrava il monopolio della produzione del ferro, e qualche anno dopo costruì Palazzo Mediceo a Seravezza per controllare il commercio dei marmi e dei minerali.

Ancora oggi è possibile individuare la presenza degli antichi poli siderurgici grazie alla toponomastica delle diverse località. Percorrendo la provinciale verso Arni, prima di raggiungere Ruosina troverete l’Argentiera: qualche casa sparsa lungo il fiume Vezza, un benzinaio e palazzi

foto Galatea Versilia
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abbandonati.

Questi ultimi accolsero i magazzini, gli alloggi dei minatori e le fabbriche ottocentesche per il trattamento del piombo argentifero estratto dalla soprastante miniera. La fonderia risale al 1846 e divenne poi sede della Società Mineralogica dell’Argentiera.

Il Vezza alimentava le vasche e l’energia idrica muoveva i macchinari necessari al lavaggio. Tra il 1860 e il 1885 l’Argentiera impiegava centoquattordici operai e trenta donne che si occupavano della cernita del materiale. Lo stipendio prevedeva 1.32 lire al giorno per i minatori, 1.90 lire per gli addetti alle laverie e 0.90 lire per donne e ragazzi. Sopra gli ex opifici è situata la villa a due piani che fu l’abitazione dell’Ing. Italo Moresco, concessionario dei lavori al Bottino nel 1840.

Fatto notevole per il tempo fu la presenza di una linea telefonica interna capace di collegare tutte le coltivazioni e gli impianti con possibilità di inserimento nella rete nazionale tramite la centrale telefonica di Pietrasanta.

(foto Galatea Versilia)
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Dopo un periodo di abbandono successivo all’attività della Compagnia del Bottino (1845-1885) l’intera zona venne riattivata nel 1918 e abbandonata tra il 1929-1930. Attualmente i fabbricati sono chiusi e in cattivo stato di conservazione. Un vero peccato per un sito così importante per la storia del territorio.

Stefania Neri, Galatea Versilia

(foto Galatea Versilia)
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ultimo aggiornamento: 22-04-2013


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