
VIAREGGIO. “I ricordi che scorrono nella mia mente, da quando ero piccolo, nato in braccio al Burlamacca, in quella via della Foce che rappresenta quel lungomolo sconosciuto ai forestieri, sono i ricordi di tanti miei coetanei, di quella generazione anni 60 che ha conosciuto dai nonni la Viareggio che conta, quella degli anni del dopoguerra, ricostruita e vitale, in cui il turismo tornava a regnare da padrone incontrastato dopo il buio della guerra.” Così scrive Gabriele Chelini, candidato al consiglio comunale con il Movimento dei Cittadini per Viareggio e Torre del Lago.
“E la Darsena che mi vedeva già undicenne a far impazzire mio padre operaio nella nautica, mentre mi arrangiavo a lavare motoscafi e yachts alla Ovam del compianto Martellotta, per comprarmi la bicicletta nuova e poi il motorino. E quei ricordi sono l’ultimo legame che mi resta con un mondo ormai in polvere: il turismo non esiste quasi più, allontanato per assenza di programmi intelligenti da tutte le amministrazioni negli ultimi venti anni.
“E la nautica, salotto buono di Viareggio, è stata relegata ormai a settore schifato da tutti perché non tira più come prima e perché l’Italia ha deciso di far fuggire tutti i possibili clienti, ben accolti da tutti i paesi a noi
vicini, compresa la Francia che ride alle nostre spalle.
“Mi onoro di servire la cantieristica da molti anni e sono innamorato della Darsena-formicaio, dove già alle 7 del mattino non trovi un parcheggio, e chiedo ad ognuno di noi di riflettere su una semplice domanda: cosa succederebbe se la nostra amministrazione comunale decidesse un giorno di ergersi a paladina a favore del rilancio e dire ‘Cari tutti operatori locali, mettiamoci ad un tavolo, discutiamo, fateci proposte e noi le sosterremo a spada tratta ovunque, anche all’Onu se servisse’?
“Forse non basterebbe da solo a risolvere una crisi così dura, ma basterebbe a dare fiducia e speranza, a cercare di ‘fare sistema’ per riprendere slancio con iniziative non già decise da dirigenti di partito ma dagli operatori stessi, con l’avallo dell’amministrazione locale a far da garante di tutti gli interessi in gioco.
“E forse, prima di quanto si creda, si potrebbe rivedere gente col sorriso in Darsena e nelle famiglie che con la Darsena si sfamano.”