Foto Versiliatoday

FIRENZE. Aumento vertiginoso dei provvedimenti di sfratto per morosità degli inquilini, un fenomeno con molti punti in comune, in quanto a tendenza, sia a livello nazionale che regionale. E rispetto all’accesso agli alloggi di edilizia popolare, sfatata la ‘leggenda’ secondo cui i cittadini stranieri godrebbero di corsie preferenziali. Sono questi i dati principali emersi da due ricerche curate dalla Fondazione Giovanni Michelucci per conto della Regione, presentate stamattina in Sala Pegaso a Palazzo Strozzi Sacrati nel corso del convegno intitolato ‘Abitare difficile in Toscana’.

Il dato relativo agli sfratti per morosità in Toscana evidenzia, a partire dal 1999, una tendenza all’incremento abbastanza preoccupante: da 1940 provvedimenti si è passati, nel 2011, a 4.879 (con un picco di oltre 6400 nel 2009). A livello territoriale la ricerca ha messo in rapporto il numero di provvedimenti con il numero di famiglie: ne viene fuori che la provincia con la situazione peggiore sarebbe Livorno, che nel 2011 registra 1 provvedimento ogni 170 famiglie. Tuttavia, leggendo con più attenzione, le richieste scendono a 1 su 202 e gli sfratti eseguiti a 1 su 420. Situazioni più critiche sotto questo punto di vista invece a Prato, con 1 richiesta di esecuzione su 46 famiglie, Pisa (1 su 83), Firenze (1 su 101) e Pistoia (1 su 111). Per gli sfratti effettivamente eseguiti al primo posto c’è sempre Prato con 1 esecuzione su 232 famiglie, seguita da Pistoia (1 su 371).

“A livello nazionale l’emergenza abitativa non sembra arrestarsi, confermando il fallimento totale dell’idea di incentivare l’acquisto della casa di proprietà”, ha detto l’assessore Allocca. “Un modello che ha finito per far arricchire un ristretta cerchia di persone e di far crollare la cosiddetta economia reale.

“In questo momento il vero spread che preoccupa è quello sociale, tra i costi dell’abitare e i livelli di salari e pensioni. Un fenomeno che sta mettendo in grave difficoltà tantissime famiglie, sia quelle alle prese con il libero mercato degli affitti ma anche chi è gravato da un mutuo.”

Una situazione che richiede un intervento immediato, sia da parte degli enti territoriali ma, soprattutto, da parte della politica nazionale. “Da venti anni non viene fatto praticamente niente di nuovo per contrastare l’emergenza abitativa da parte dei vari governi che si sono succeduti, fatto salvo un piccolo tentativo nel 2008, con Prodi. Si parla della carenza di risorse ma non è vero.

“Se pensiamo che in Toscana esistono qualcosa come 423mila alloggi sfitti basterebbe introdurre una tassa mensile di 10 euro per avere a disposizione le risorse, più di 40 milioni di euro al mese, che potrebbero garantire un tetto per tutti e risolvere l’emergenza”, ha spiegato ancora l’assessore rilanciando una proposta fatta alla fine del 2011.

La Toscana ha cercato di tappare le falle attivando alcuni strumenti. “Riguardo al problema degli sfratti per morosità incolpevole abbiamo messo a disposizione altri 4 milioni di euro che però non sono sufficienti. Stiamo lavorando ad un intervento più strutturato, come quello delle Agenzie per la casa.

“Già esistono in alcune realtà, anche in Toscana, ma vanno adeguatamente regolate perchè possano creare un sistema accreditato e omogeneo che sia in grado di dare risposte efficaci e immediate e soprattutto produrre un effetto calmierante sul mercato libero degli affitti.”

La ricerca. “Sfratti, una questione non prorogabile”: è questo il titolo della ricerca commissionata alla Fondazione Michelucci dall’assessorato al welfare e alle politiche per la casa della Regione e presentata a Firenze durante il convegno “Abitare difficile in Toscana”. La ricerca restituisce dati allarmanti, a partire dall’analisi del numero degli sfratti eseguiti dalla forza pubblica sul territorio regionale triplicati tra il 1983 (1.171) e il 2011 (ben 2.973).

Dietro questi numeri ci sono storie difficili, famiglie in stato di indigenza se non di vera e propria povertà. Ed è proprio la ricostruzione dei percorsi biografici di chi ha subito lo sfratto uno dei dati salienti del lavoro di ricerca. Ci sono le storie di chi perde il lavoro o ne trova solo uno precario, di chi non ha una famiglia alle spalle con le risorse necessarie ad aiutarlo e anche, da non sottovalutare, una valutazione degli alti costi da sostenere per disporre di una casa e infine la questione identitaria, legata ai sentimenti che prova chi perde un tetto sicuro dove abitare.

La ricerca sugli sfratti in Toscana rappresenta un tema di approfondimento all’interno del più ampio lavoro di Osservatorio sulla povertà e l’esclusione abitativa condotto dalla Fondazione Michelucci e ha l’obiettivo di affrontare il fenomeno degli sfratti attraverso un approccio che sappia restituirne le molteplici componenti sia sociali che economiche e di trasformazione dei territori.

Non manca per questo la descrizione del ruolo istituzionale nella crisi abitativa e l’analisi delle risorse pubbliche locali messe in campo per contrastare il fenomeno sia in termini preventivi che di assistenza alloggiativa, ovvero prima e dopo l’esecuzione dello sfratto.

L’indagine si è svolta da marzo a dicembre 2012 e l’approfondimento territoriale ha interessato le città di Firenze, Pisa e Livorno. Le fonti utilizzate per la ricostruzione del quadro quantitativo approfondito e ragionato sul territorio regionale, sono Ministero dell’Interno, Istat, Irpet, Ufficio esecuzioni dei Tribunali, Ufficio casa e servizi sociali dei Comuni, Unione inquilini, Sunia.

La ricerca è scaricabile sul sito di Toscana Notizie.

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