VIAREGGIO. Mario Borghezio, europarlamentare della Lega Nord – arrivato in pineta di ponente per un’iniziativa a sostegno del candidato a sindaco Antonio Cima, che non si è presentato – è stato contestato e messo in fuga da una cinquantina di militanti appartenenti a diverse sigle dell’antagonismo. Intorno alle 13, su viale Capponi, davanti alla discoteca Trocadero – dove era allestito un gazebo di sostenitori leghisti che offriva porchetta e vino – ci sono stati attimi di tensione tra manifestanti e forze dell’ordine, anche se non c’è stato bisogno di cariche o di lanci di lacrimogeni.

L’europarlamentare ha avuto appena il tempo di scendere dall’auto e salutare i suoi, quando il gruppo di antagonisti, fronteggiato dai carabinieri in tenuta anti sommossa sul viale Capponi, ha interrotto gli slogan: “Vattene fascista” e ha iniziato a correre aggirando il Trocadero: un istante che ha disorientato le forze dell’ordine che hanno cercato di non farli entrare in contatto con il leghista. Il contatto non c’è stato ma i manifestanti hanno lanciato due fumogeni e un pezzo di ramo contro la macchina dell’europarlamentare, non colpendola. A quel punto gli uomini della scorta di Borghezio hanno deciso di caricarlo in macchina e partire spediti lungo viale Capponi e immettersi in via Vespucci.

Una decina di ragazzi hanno inseguito la macchina a corsa lungo via Vespucci, ma l’auto diretta a gran velocità in direzione mare ha svoltato in via Buonarroti, diretta verso il commissariato di polizia. La cinquantina di contestatori che fanno parte di diverse sigle della sinistra antagonista (Sars, Sinistra Critica, Caracol e Coordinamento Anticapitalista), tenuti a distanza dalla polizia in tenuta anti sommossa, hanno continuato a lanciare slogan coloriti e irrisori nei confronti dei venti militanti leghisti venuti anche da Pisa e Prato, riuniti sotto il loro gazebo per raccogliere firme per il mantenimento del reato di clandestinità (una campagna lanciata dalla Lega la scorsa settimana dopo l’ipotesi di abolizione del reato proposta dal ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge, che a Viareggio ha ottenuto 180 firme).

Per i ragazzi, Borghezio “non può venire a Viareggio, città democratica, a lanciare i suoi insulti xenofobi e razzisti”.

“Mi è stato impedito di parlare, è una cosa gravissima”. Queste le prime dichiarazioni di Mario Borghezio che poi ha divulgato un comunicato dove sostiene di essere stato bersagliato da pietre e bastoni, anche se nessuno dei partecipanti ha lanciato sassi. Il luogo scelto dalla Lega per l’iniziativa è fortemente simbolico: in città ormai la pineta di ponente è sinonimo di degrado e spaccio, ma obbiettivamente il luogo che è stato concesso per l’iniziativa elettorale è sembrato difficile da gestire sul piano dell’ordine pubblico, anche se il buon senso di tutti (forze dell’ordine e manifestanti) ha evitato che scoppiassero incidenti. Sul posto, intorno alle 14 e 15, è arrivato anche il Questore di Lucca, Claudio Cracovia che ha parlato a lungo con i funzionari di polizia.

 

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ultimo aggiornamento: 19-05-2013


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