Valentina Prisco (a destra) e l’amica Alice Giovannini

VIAREGGIO. Nessuno ancora ci crede. Per gli amici, la morte di Valentina è troppo assurda, troppo ingiusta. “A 28 anni si dovrebbe vivere e basta”, scrive qualcuno su Facebook. A 28 anni il sabato sera non pensi alla morte. A 28 anni alla morte non pensi proprio mai. A quella, da oggi, sono costretti a pensare i suoi familiari e i suoi amici. Chi la conosceva da sempre e chi la conosceva di vista, come ci conosciamo tutti a Viareggio.

“Non dimenticherò mai quando le bastava guardarmi per chiedermi cosa hai… Perché tra noi era cosi, bastava guardarsi negli occhi. Sarà l’angelo più bello anche in paradiso”, a dirlo è Alice, una delle migliori amiche. Valentina lavorava come segretaria nello studio di consulenza amministrativa e fiscale “Maffei e Marraccini” di Pian Di Conca. “Aveva un sogno, – racconta ancora Alice – sposarsi e costruire una famiglia con David, il suo ragazzo. Era l’unica cosa che desiderava”.

I suoi amici non hanno avuto nemmeno il tempo di sperare che si svegliasse dal coma in cui era caduta ieri. I messaggi di incoraggiamento oggi erano già vecchi. Dopo l’incidente, Valentina è stata subito operata d’urgenza all’ospedale di Livorno ma le sue condizioni erano parse subito critiche.

Oggi qualche amico chiede pene più severe per chi guida in stato di ebbrezza, come il ragazzo trentenne di Firenze che sabato notte alle 4 e 30 ha travolto con la sua Golf Valentina, mentre con gli amici stava attraversando a piedi il lungomare di Lido di Camaiore, dopo aver passato la sera in discoteca. Adesso per lui l’accusa è di omicidio colposo.

Simone, un altro amico, non vuole dire niente, “ogni parola sarebbe banale”. Vuole ricordare Valentina con la strofa di una vecchia canzone di Francesco Guccini:

“Voglio però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi. Voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi e che come allora sorridi…” (Canzone per un’amica).

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ultimo aggiornamento: 20-05-2013


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