VIAREGGIO. Con addosso una tunica tricolore e una foto del cadavere del figlio tumefatto, Cira Antignano, mamma di Daniele Franceschi, il giovane viareggino morto nel carcere francese di Grasse il 25 agosto 2010, sta chiedendo “verità e giustizia” davanti all’ambasciata di Francia a Roma.

Le cause della morte, secondo la madre, “sono poco chiare”. “La perizia non arriva, gli organi non so che fine hanno fatto. Hanno detto che è morto per un infarto ma il corpo era tumefatto. Non capisco perchè poi gli hanno dovuto togliere tutti gli organi senza restituirceli. Nessuno mi leva dalla testa che in quel carcere è stato picchiato”.

La rabbia è forte, confida ai giornalisti Antignano, come il dolore: “Continuerò a combattere – assicura – finché non mi daranno gli organi di mio figlio e non mi diranno la verità su quanto accaduto. La prossima mossa sarà andare a Parigi”.

Antignano chiede risposte “alla Francia e all’Italia: è una vergogna che nessuno abbia fatto nulla”.

Al suo grido disperato al megafono rivolto all’ambasciatore francese (“cosa devo fare per farmi sentire da lei? Mi devo mettere in ginocchio?”), la signora è stata fatta salire in ambasciata con il suo avvocato, Aldo Lasagna. In piazza Farnese la attendono alcuni membri del comitato cittadino di Viareggio per verità e giustizia su Daniele con striscioni e manifesti, che ricordano anche un’altra vittima italiana del carcere di Grasse, Claudio Faraldi.

“L’unica novità sulle indagini – ha affermato l’avv Lasagna – è che si sono allargate anche al personale dell’ospedale civile di Grasse e non solo al personale dell’ospedale del carcere”.

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