VIAREGGIO. Il sindaco di Vecchiano Giancarlo Lunardi ha inaugurato stamani il primo impianto di fitodepurazione realizzato dal Consorzio di Bonifica Versilia Massaciuccoli con la collaborazione scientifica dell’Università Sant’Anna di Pisa. L’impianto si colloca in un’area di 17 ettari – una delle più grandi d’Italia – situata nel cuore della bonifica di Vecchiano, adiacente al Lago perfettamente funzionante.

Al taglio del nastro erano presenti il presidente del Parco Regionale San Rossore Massaciuccoli Fabrizio Manfredi, il vice presidente della provincia di Lucca Maura Cavallaro, gli assessorati all’agricoltura e all’ambiente dei Comuni di Vecchiano, Viareggio, Massarosa, Forte dei Marmi.

Da oggi anche il territorio dell’alta costa Toscana – Versilia e zone limitrofe – ha dunque un impianto di fitodepurazione, realizzato dal Consorzio di Bonifica Versilia Massaciuccoli. Siamo a Vecchiano, nel cuore delle zone di bonifica storiche che caratterizzano una delle zone umide più grandi della regione: l’area del Lago di Massaciuccoli.

Da studi e ricerche, risulta come il Lago di Massaciuccoli versi da tempo in condizioni critiche, con gravi conseguenze sul livello di biodiversità dell’intero sistema. I motivi dello stato di crisi sono molteplici, ma la principale causa è stata individuata nell’eccessivo apporto al lago di sostanze nutrienti (fosforo e azoto) che provengono dagli scarichi civili e industriali e dalle acque reflue delle aree agricole, attraverso la fitta rete di canali e il pompaggio degli impianti idrovori delle bonifiche, necessario per tenere all’asciutto quei terreni.

”Uno dei compiti del Consorzio di Bonifica Versilia Massaciuccoli è proprio l’attività di tutela ambientale – spiega il Commissario del Consorzio Fortunato Angelini – e più ripenso alla straordinaria valenza naturalistica e alle potenzialità turistiche di tutta l’area che circonda il lago e più mi convinco che il Consorzio abbia fatto una scelta coraggiosa e anche l’unica che gli era oggi possibile. Abbiamo ricercato soluzioni naturali che portassero benefici alle acque del lago, chiedendo il supporto scientifico della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa con tutto il suo prestigio accademico”

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