VIAREGGIO. Volendo fermarci al premio Nobel, ci sono quattro vincitori nel campo della letteratura e persino uno per quanto riguarda la pace. Volendo uscire dai confini dell’accademia di Stoccolma, annovera i grandi nomi della letteratura italiana e anche internazionale. Sarà pur caduto in disgrazia, ma il Premio Letterario Viareggio Rèpaci mantiene tutt’ora un certo fascino, non fosse altro che molti lo considerano l’unico, grande evento indipendente e scevro dalle pressioni delle case editrici, poco mondano e molto intellettuale.

Le origini. Il Premio vede la luce nel 1929 venne su iniziativa del poeta e pittore calabrese Leonida Rèpaci, di Alberto Colantuoni e del giornalista Carlo Salsa: l’idea è quella di fornire un’alternativa valida al neonato Bagutta di Milano, un premio che “apparisse anticonformista e convogliasse verso di esso le simpatie di coloro che la dittatura stava isolando” come ebbe a scrivere lo stesso Rèpaci.

Che il Premio Viareggio si configuri come una contaminazione tra generi letterari e artistici lo si intuisce già dalla prima edizione: è il 1930 e vengono premiati il pittore Anselmo Bucci e l’artista viareggino Lorenzo Viani. L’anno successivo, però, avviene un singolare avvicendamento alla presidenza: Rèpaci lascia il posto a Lando Ferretti, nome grosso del Partito Fascista, che nel 1926 aveva nominato la commissione incaricata di redigere la Carta di Viareggio, documento che ha rivoluzionato il calcio in Italia.

Ferretti rimane fino al 1939, anno in cui viene espulso dal Partito e in cui scoppia la Seconda guerra mondiale: il Premio viene interrotto e riprende solamente al termine del conflitto bellico nel 1946, con il premio ex aequo al “Canzoniere” di Umberto Saba e a “Pane duro” del viareggino Silvio Micheli.

Tutti i grandi. A partire da quel momento, l’albo d’oro del Premio Viareggio diventerà un susseguirsi di nomi di spicco della cultura e della letteratura italiana: Italo Calvino, Achille Campanile, Eduardo De Filippo, Mario Luzi, Elsa Morante, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Salvatore Quasimodo (Nobel per la letteratura). E ancora: Alessandro Baricco, Manlio Cancogni, Alda Merini, Primo Levi, Antonio Tabucchi e, in tempi recenti, Niccolò Ammaniti e Roberto Saviano.

Ancor più significativa la serie di vincitori dello speciale Premio Internazionale Viareggio Versilia, attribuito a partire dal 1967 “ad una personalità di fama mondiale che abbia speso la vita per la cultura, l’intesa tra i popoli, il progresso sociale, la pace”: si comincia subito con un Nobel per la letteratura, il poeta e attivista cileno Pablo Neruda. Due anni dopo tocca al rivoluzionario greco Alexandros Panagoulis: le sue poesie scritte nel carcere di Boyati, dove sconta una pena per il tentato omicidio del dittatore Georgios Papadopoulos, vengono pubblicate clandestinamente e gli valgono lo speciale Premio. Proprio il ‘Rèpaci’ sosterrà in quegli anni la resistenza contro il Regime dei Colonnelli.

Successivamente è la volta di Günther Grass (Nobel per la letteratura), dell’ex cancelliere tedesco Willy Brandt (Nobel per la pace), dello storico Eric Hobsbawm, del giornalista Ryszard Kapuściński e di Mario Vargas Llosa, che nel 2010 riceve il premio a Viareggio poche settimane prima del Nobel.

Photo it.wikipedia.org
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Curiosità. Manlio Cancogni, Cesare Garboli, Silvio Micheli, Enrico Pea, Mario Tobino e Lorenzo Viani sono i grandi ‘profeti in patria’ che hanno vinto, da versiliesi, il premio. Italo Calvino e Alberto Moravia sono stati i primi a rifiutare il premio, molti decenni prima del caso di Aldo Busi. Goffredo Parise vinse nel 1965 con “Il padrone”, romanzo a cui si ispirò il costruttore Giovanni ‘Menghino’ Lazzarini per il suo carro di prima categoria con cui partecipò al Carnevale quattro anni più tardi. Panagoulis vinse nel 1969 ed esattamente dieci anni dopo Oriana Fallaci, sua compagna negli ultimi anni di vita, ottenne un premio con “Un uomo”, struggente biografia dello stesso Panagoulis.

Danilo Dolci, Luzi e Moravia sono stati, inoltre, gli autori che hanno vinto sia il Rèpaci che il Premio Internazionale, mentre Attilio Bertolucci, padre del celebre regista Bernardo, è stato l’unico a ritirare l’onorificenza in ben tre occasioni (1951, 1962, 1989). Da segnalare, infine, la dinastia dei Ginzburg – Natalia premiata nel 1957 e il figlio Carlo nel 1998 – e dei Bertolucci – Attilio trionfa nel 1951 e nel 1989, il figlio Bernardo, celebre regista, nel 1962.

Leggi l’albo d’oro del Premio Viareggio Rèpaci
Leggi l’albo d’oro del Premio Internazionale Viareggio Versilia

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