CAMAIORE. “Egregio signor sindaco, l’ho sentita accalorarsi in un prolungato elogio alla sua amministrazione, durante una trasmissione televisiva. L’ho ascoltata convinto di sentire poche ma convinte parole, sulla necessità di attuare quegli interventi promessi, indispensabili a garantire mobilità ed indipendenza a chi non è dotato di patente per difficoltà motorie ed è quindi costretto ad usufruire del trasporto pubblico. Ma la mia attesa è stata vana e la mia speranza delusa.” Così scrive un nostro lettore, residente a Lido di Camaiore, in un intervento rivolto al sindaco di Camaiore Alessandro Del Dotto.

“Nel dettagliare descrizioni, volte ad enfatizzare i risultati ottenuti con l’installazione delle nuove fontanelle elettroniche, ha sottolineato la necessità per i politici, di scegliere tra il fare le cose presto ed il farle bene. Vorrebbe spiegare quale scelta è stata fatta, nell’intervenire su una fermata Vaibus, lasciando trascorrere 8 mesi senza iniziare i lavori e permettendo che si gettasse del catrame, in attesa di abbassare un marciapiede?

“Per fortuna la questione non la tocca, o meglio non la interessa proprio.

“Non interessa nemmeno i suoi collaboratori, in primis quell’assessore ai lavori pubblici, diretto responsabile dell’inadempienza perpetrata, fiero al suo fianco di parlare a tutto tondo e con tono saccente di rotonde e varianti, ma senza che dalla sua bocca uscisse il benché minimo riferimento alla problematica che ha portato persone in carrozzina a fermare il servizio di trasporto pubblico.

“Ma la questione è stata chiarita quando si è parlato di spostamento di risorse. Perché adattare una fermata e rispettare la legge costa e porta pochi consensi. Perché in fondo chi userà quella fermata sarà un numero così esiguo di persone da non fare statistica nella ricerca di intese .

“Allora rinviamo l’entrata nella civiltà e differiamo gli interventi da sostenere per i disabili in carrozzina. Eppure l’assessore al sociale del Comune non è il direttore del Grand Hotel Principe di Piemonte, quella persona che ad un incontro con l’economista Irene Tinagli disse ‘o si cambia o si chiude’?

“Non pensa che quel ‘si cambia’ passi anche da un profondo mutamento del modo di vedere le nostre città, promuovendo un accessibilità che sarà poi il biglietto d’invito ad un turismo che privilegia la libertà di movimento per tutti ? Difficile pensare che queste domande abbiano fatto parte del vostro programma socio-culturale, più facile pensare che non facciano parte del vostro vocabolario.

“Il fatto è che i dolori che si sopporta meglio, sono i dolori degli altri. La Rochefoucauld scriveva: ‘Tutti siamo abbastanza forti da sopportare il male altrui’.

“Ho letto tanto di filosofia e pensavo che sul genere umano fosse stato detto tutto. Purtroppo mi avete fatto ricredere.”

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ultimo aggiornamento: 19-09-2013


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