VIAREGGIO. Sono dieci le mascherate di gruppo che sfileranno ai prossimi corsi mascherati del Carnevale di Viareggio.

“Se ci credi…auguri!” di Luca Bertozzi. Che differenza c’è tra credere ai potenti e credere a Babbo Natale? Da bambini riponiamo tutti i nostri desideri in una letterina nella speranza che si avverino. Crescendo affrontiamo la realtà e ci rendiamo conto che è la stessa cosa. Basta credere che qualcuno, a bordo di una magica slitta volante trainata da renne venga a restituirci il senso della verità, della giustizia e della pace. Ps: Aù, tartana!

“Voli pindarici” di Giorgio Bomberini. La costruzione propone otto famose performance volanti di personaggi o strane macchine aeronautiche. Volo da cuccia: un cuccia plano condotto da un vispo cagnetto; volo di vino: fiasco volante; il barone rotto: i tempi cambiano anche per la nobiltà, c’è crisi; il lotto volante: la vera macchina della lotteria pilotata dalla dea fortuna; a pollo 16: mitico pollo missile; il tonnò: manovra acrobatica leggermente fraintesa; sorci verdi: due simpatici topolini in cerca di emozioni; l’idrovolante: moderno modello di sviluppo antincendio.

“Legittime aspirazioni” di Michele Canova. È tempo di crisi, ma, con questa ironica e fantasiosa mascherata, il costruttore vuole far sognare per un momento il pubblico dando l’illusione che almeno a Carnevale i problemi economici e burocratici, che “impolverano” la nostra vita di tristezza e di affanni, vengano aspirati via, lasciando venir fuori la nostra parte migliore, fatta di buonumore e serenità. “Naturalmente – osserva – sono ben consapevole che il tutto è utopia e che noi contribuenti continueremo a pagare, ad essere licenziati o a rimanere senza lavoro, ma almeno a Carnevale lasciatemi sognare un futuro migliore, appunto una legittima aspirazione, come dice il titolo della mia mascherata”. In campo otto enormi aspirapolvere dalle varie fogge, tutte schematicamente umanizzate e con sembianze pagliaccesche, nel tentativo appunto di dare al pagliaccio quel fantasioso potere di aspirare i nostri crucci e le nostre preoccupazioni. Queste macchine aspira-crucci lasceranno il posto alla serenità avranno la classica caratteristica di una vera e propria aspirapolvere con tanto di aspiratore e sacco dove andranno a confluire i nostri “nemici”, che come acari avvelenano la nostra vita quotidiana.

“Il signor G – Omaggio a Giorgio Gaber” di Roberto De Leo e Vania Fornaciari. La mascherata rappresenta un omaggio a Giorgio Gaber, affettuosamente chiamato il signor G, cantante di successo, tra i primi interpreti del rock and roll italiano, chitarra di valore, attore teatrale iniziatore del genere del teatro canzone che ha attraversato quarant’anni della storia italiana con la forza della sua parola. Di Giorgio Gaber quest’anno si è celebrato il decennale della morte, proprio nell’arena della Cittadella del Carnevale di Viareggio a testimonianza del legame profondo che si è instaurato tra il signor G e la manifestazione viareggina, del rapporto esistente fra la forza delle parole delle sue canzoni e della spettacolarità delle maschere di cartapesta del Carnevale di Viareggio che, in entrambi i casi, sono dichiarati messaggi di sberleffo, richiamo, dileggio, emozione, disincanto e amarezza. Giorgio Gaber, il signor G, ed alcune delle sue più celebri canzoni: Barbera e champagne, la ballata del Cerutti Gino, Torpedo blu, Shampoo, Com’è bella la città, Destra sinistra, sono i protagonisti della mascherata che proietta idealmente il messaggio di ironia e di satira del signor G nel gran teatro del Carnevale che si realizza nelle sfilate sui Viali a Mare.

“Ma che palloni gonfiati!” di Marzia Etna. La sfiducia dei cittadini verso la politica italiana è ormai al culmine. Molte sono le persone stufe della situazione politica, che non fa ripartire il paese. Tutti i partiti promettono cose, sapendo che sarà dura o impossibile metterle in atto, altri protestano e poi non propongono niente di serio. I telegiornali continuano a martellarci sulle disavventure di Silvio Berlusconi, di porcellum, di elezioni, ecc… continuando a mandare fumo negli occhi a tutte le persone e non riuscendo a sollevarci dalla crisi persistente. Nel frattempo tutto aumenta, si perdono posti di lavoro e l’economia va sempre più a fondo e sempre più mancano soldi in tasca agli italiani. “Per questo ho voluto immaginare i nostri politici, di tutti i colori, secondi un vecchio detto: ma che palloni gonfiati!”, dice la costruttrice. La mascherata in gruppo sarà composta da otto palloni gonfiati-mongolfiere umanizzati raffiguranti i nostri politici, Berlusconi, Brunetta, Renzi, Letta, Santanchè, Calderoli, Grillo e Alfano. Su una grossa mongolfiera ci sarà Beppe Grillo che con una fionda cercherà di abbattere gli altri politici, ma con palle di carta e quindi inutilmente perché comunque sono tutti palloni gonfiati.

“Maschere ancestrali” di Giampiero Ghiselli, progetto di Maria Chiara Franceschini. Il titolo si rifà alle origini pagane del Carnevale, quando ci si abbandonava ad ogni genere di sfrenatezze e pazzie per propiziarsi gli dei per un buon raccolto. Gli strani personaggi della mascherata sfilano al Carnevale di Viareggio per portare magia e follia, che in tempi tristi e di crisi, come quelli che stiamo vivendo, possono essere come un urlo liberatorio. La mascherata è composta da figure dal tratto fortemente istintivo, che hanno qualcosa di antico e nello stesso tempo qualcosa di moderno e futurista. Sono soggetti bizzarri ed estrosi nella forma e nel colore, dove gli effetti pittorici e geometrici si fondono creando un forte impatto visivo.

“Noi non pettiniamo le bambole” di Libero Maggini. “Non sono cattiva mi disegnano così”, così recitava Jessica Rabbit, che quasi giustificandosi, sottolineava il fatto che non esistono buoni senza cattivi, anzi, cattivi senza buoni. “Noi non pettiniamo le bambole” è un omaggio al lato oscuro che alberga in ognuno di noi e ai cattivi di ogni tempo, che dal cinema alla letteratura o nei fumetti ci hanno fatto sognare, animando le storie che noi tutti conosciamo.

“Senza parole” di Adolfo Milazzo. Gioia, dolore, tristezza, paura, sentimenti espressi dal mimo senza parole. L’immagine del volto e la gestualità del corpo parlano da sole. Marcel Marceau, grande mimo francese, è sicuramente l’esempio più alto di questa espressione artistica teatrale. In un mondo pieno di parole, lasciamo spazio (ogni tanto) all’osservazione silenziosa, che può farci comprendere maggiormente la nostra vita. Questa vita fatta spesso anche di esperienze difficili, ma che resta comunque e malgrado tutto, un viaggio straordinario e misterioso per ognuno di noi.

“L’Italia a rotoli” di Enrico Vannucci. La mascherata prende spunto dalla situazione italiana, dove tutto sta andando a rotoli. Non ci sono più certezze, tutto è precario, le poche garanzie che avevamo, tra manovre, riforme, tagli e chi più ne ha più ne metta, sono state cancellate. Le otto maschere, rotoleranno in mezzo alla gente lungo il corso mascherato. Ogni sfera rappresenterà un malessere: sanità, pensioni, lavoro, giustizia, scuola, sicurezza, cultura, tasse. La mascherata fu già presentata lo scorso anno dal costruttore che, all’ultimo, rinunciò per presentare il carro fuori concorso dedicato alla Fondazione Tiamo.

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ultimo aggiornamento: 03-11-2013


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