VIAREGGIO. I carabinieri del Radiomobile di Viareggio hanno tratto in arresto per i reati di violenza, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale un ragazzo tunisino di 32 anni, pluripregiudicato, senza fissa dimora che è stato denunciato per i reati di lesioni e minaccia aggravata commessi nei confronti della suocera e di altre persone presenti ieri mattina al Varignano.

Il giovane extracomunitario, uscito dal carcere da pochi giorni, nella tarda mattinata di ieri, si è recato presso l’abitazione della suocera al quartiere Varignano dove, a seguito di una lite scaturita per futili motivi, in stato di forte alterazione, ha cominciato ad aggredirla e a minacciarla con un coltello, rivolgendosi poi anche contro altre persone. Il giorno prima, in realtà, l’uomo aveva già fatto irruzione nella donna della casa distruggendo tutto con una catena.

Immediato l’intervento della gazzella di turno del Radiomobile di Viareggio che ha permesso di arrestare l’escalation di violenza venutasi a creare. Il tunisino però, nonostante la presenza dei militari che cercavano di calmarlo, ha reagito violentemente: ha afferrato una bottiglia di plastica contenete dell’acido muriatico e ha iniziato a brandirla verso i presenti. In mezzo alla strada, tra le urla della gente impaurita, i militari, visto che la situazione poteva ulteriormente degenerare ed era diventata ingestibile, hanno deciso di intervenire e dopo una breve colluttazione con il soggetto, l’hanno bloccato da dietro e ammanettato. Il coltello, la bottiglia e gli indumenti del tunisino, corrosi dall’acido, sono stati posti sotto sequestro. Nell’occorso un militare ha riportato un trauma al ginocchio giudicato guaribile in giorni 10, mentre l’altro un’ustione di primo grado all’avambraccio e al polso dovuta all’acido gettato dal tunisino, con referto di 15 giorni. Dopo le formalità di rito, il tunisino è stato dichiarato in stato di arresto e ha trascorso la nottata nelle camere di sicurezza del comando Compagnia di Viareggio. Questa mattina, dopo l’udienza di convalida del provvedimento restrittivo operato dai militari dell’Arma,  è stato sottoposto agli arresti domiciliari presso l’abitazione della coniuge, in attesa del processo che si svolgerà nelle prossime settimane

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