FIRENZE. Centosedici processi partecipativi in quattro anni. “Non una celebrazione – mette subito in chiaro l’assessore alla riforme della Toscana, Vittorio Bugli – ma un racconto di un patrimonio di esperienze importanti che possa servire per il futuro, mettendo sotto la lente in maniera onesta pregi e difetti. Quello che in fondo abbiamo fatto anche nello scrivere la nuova legge”.

La Toscana racconta la sua esperienza sul fronte della partecipazione. Il racconto diventerà presto anche un e-book, gratuitamente scaricabile da internet e realizzato dalla Regione. Quattro anni di town meeting e giurie di cittadini, laboratori, assemblee o uso a volte anche della rete, perché la partecipazione dei cittadini alle decisioni delle istituzioni – prima che una scelta venga fatta, per aiutare a decidere meglio – si può declinare in più modi, a seconda dei casi. Quattro anni in cui i cittadini hanno discusso – e stamani hanno raccontato come hanno fatto – di urbanistica e progetti legati al territorio (a Montespertoli e Lastra a Signa ad esempio, dove il confronto sul piano regolatore è stato particolarmente fecondo), di priorità nelle spese di un’amministrazione alle prese con l’approvazione dei bilanci annuali (da Capannori a Castiglion della Pescaia e Forte dei Marmi), di ambiente, del depuratore di Ponte Buggianese e del Padule di Fucecchio, dell’impianto di biogas a Buonconvento oppure di sanità, a Firenze e Grosseto. Quaranta dei centosedici progetti hanno tappezzato anche quattro pareti mobili, con altrettanti poster.

E’ accaduto oggi al Palazzo degli Affari di Firenze e davvero in tanti – amministratori e funzionari, rappresentanti di associazioni, esperti o semplici cittadini, giunti da più parti della Toscana ma anche dal Trentino, dalle Marche o dall’Emilia Romagna – hanno partecipato alla giornata organizzata dalla Regione e proseguita per tutto il pomeriggio.

“La legge toscana sulla partecipazione viene sempre più vista, all’estero e in altre regioni, come un modello da imitare” commenta l’assessore Bugli. Giorni fa se n’è parlato anche a Strasburgo, in un convegno. Sottolineando, come hanno fatto alcuni studiosi, come una vera democrazia non finisca con i cittadini che partecipano (numerosi) alle elezioni ma prosegue con una partecipazione alla fase iniziale delle decisioni più importanti.

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ultimo aggiornamento: 10-11-2013


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