VIAREGGIO. I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Viareggio nel corso della decorsa settimana, hanno dato esecuzione ad alcune misure cautelari emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lucca, traendo in arresto due marocchini di 26 e 33 anni e un italiano di 33 anni, tutti pregiudicati, per spaccio di stupefacenti oltre a un marocchino di 36 anni e a un italiano di 42 anni per favoreggiamento personale.

Le misure cautelari eseguite dai carabinieri del nucleo operativo sono il risultato di una lunga indagine iniziata nel luglio del 2011, a seguito del ritrovamento, a Massarosa, all’interno di uno scooter rubato, dopo che il conducente era stato inseguito ed era riuscito a far perdere le proprie tracce, di 11 involucri contenenti complessivamente circa 6 kilogrammi di hashish. Le impronte rilevate dal mezzo e gli accertamenti svolti nell’immediatezza dei fatti hanno permesso di avviare attività tecniche di intercettazioni telefoniche e servizi di osservazione e pedinamento.

L’attività del nucleo, coordinata dal Pubblico Ministero Dott. Antonio Mariotti che ha diretto le indagini, ha così permesso di ricostruire i collegamenti tra vari personaggi emersi, tra cui alcuni cittadini marocchini ed altri italiani, risultati tutti facenti parte di una rete di spaccio di sostanza stupefacente operante nel comprensorio versiliese, in particolare nei comuni di Massarosa, Viareggio e Camaiore.

Nonostante le particolari precauzioni messe in atto dai componenti del gruppo, per cercare di non essere intercettati con frequenti cambi delle schede telefoniche (intestate a prestanome tra cui cinesi, indiani, americani, rumeni) e per cercare di eludere i servizi di pedinamento, spostandosi con veicoli intestati a terzi oppure “affittati” da più persone compiacenti, sono stati raccolti comunque degli indizi di colpevolezza sul conto dei soggetti indagati, suffragati da riscontri investigativi e sequestri di sostanza stupefacente (del tipo cocaina, hashish e marijuana), via via effettuati nel corso delle indagini.

Sono inoltre emersi degli indizi di colpevolezza nei confronti di una cittadina marocchina che svolgeva la funzione di interprete (per tradurre le conversazioni dall’arabo all’italiano) presso il comando Compagnia carabinieri e di suo marito convivente con lei. Nel corso delle attività infatti, i militari hanno rilevato come in numerose circostanze i soggetti indagati si dimostrassero pienamente a conoscenza delle attività in atto o comunque in corso di attivazione e la spiegazione di tali comportamenti si è avuta a seguito dell’intercettazione di alcune conversazioni, laddove è emerso come la propalazione di notizie provenisse dai due coniugi.

Gli indagati per il reato di spaccio si trovano ora ristretti nella casa circondariale di Lucca, mentre i due coniugi sono agli arresti domiciliari.

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ultimo aggiornamento: 11-11-2013


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