VIAREGGIO. “Credo che aver deciso di condividere il documento assieme alla minoranza sia stato un atto importante e coraggioso che ha avuto i suoi frutti. Inizialmente ammetto di aver provato una sensazione di scetticismo, ritenevo improbabile trovare il punto di incontro su così tanti argomenti in così tante persone. Nel corso dei lavori invece, mi sono stupito per come stavamo procedendo, ho percepito un senso comune di consapevolezza della situazione che ci ha spinto a lavorare sulle affinità invece che nei contrasti. Alla fine, seppur con inevitabili momenti di tensione e con dolorose rinunce a punti di vista che ci sembravano sacrosanti, ci siamo riusciti. La situazione della nostra comunità lo richiedeva.” Ad affermarlo è Beppe Vannucchi, capogruppo consiliare di Viva Viareggio Viva.

“Il Pil, il prodotto interno lordo di Viareggio, è fortemente condizionato da quanto lavoro c’è in Darsena e in Darsena ultimamente si trova facilmente parcheggio, sembrerà una sciocchezza ma è un indicatore più immediato di tanti numeri. Con questa situazione noi capogruppo quello che potevamo fare lo abbiamo fatto: abbiamo dato una serie importante di indicazioni, fornendo al sindaco uno strumento per far ripartire la situazione della Darsena. Penso che in generale debba prevalere sempre il buon senso.

“Ritengo che il sindaco dovrà seguire le nostre indicazioni – a volte abbastanza precise, a volte volutamente generiche – usando il buon senso. Mi soffermo solo su due parole, su due sostantivi. Uno è nel punto a) quando si dice “(…) le conseguenti opere definitive” riferendoci al problema dell’insabbiamento. Noi in pratica abbiamo tutti capito che la draga, la draga come ha operato finora, si è rivelata un rimedio effimero e sicuramente antieconomico; quello che noi chiediamo con questa parola definitive può sembrare un po’ foolish, per dirla alla Steve Jobs, ma è addirittura di arrivare a una soluzione strutturale che potrebbe essere una barriera fuori dal porto o quant’altro.

Foto Alberto Macaluso
Foto Alberto Macaluso

“Esistono progetti finanziati dalla Comunità europea dove addirittura vengono garantite risorse, sia per lo studio che poi per l’operato per arrivare a risolvere questo problema. L’altra parola che ho evidenziato è nel punto d) (del documento) quello in cui si parla del Polo Nautico; quando si dice “(…) alla completa garanzia di piani economici adeguati”.

“Durante il nostro lavoro, abbiamo inserito la parola adeguati per intendere che noi vorremmo si seguisse quella che è la tendenza del mercato. Attualmente la domanda di imbarcazioni, a motore o a vela che sia, è pressoché totalmente indirizzata verso navi da 50-60 m che hanno quindi un pescaggio, vale a dire la massima profondità della chiglia, che è di 5-6 m che è incompatibile con quelle che sono le dimensioni del fondale del porto.

“Noi qui in pratica stiamo dicendo: “d’accordo, il Polo nautico ha tutti questi vincoli però non ci scordiamo che il fatto che il mercato richiede di costruire barche grandi, questo comporta di avere spazi grandi”. A Viareggio siamo sempre stati strani, più di 100 anni fa quando in Italia si smise di costruire le barche di legno e si cominciò a produrre scafi in acciaio, a Viareggio si continuò per diverso tempo a insistere sulle navi di legno. Quando finì l’era della vela e cominciò quella del motore, a Viareggio si continuò ancora per un po’ a costruire le barche a vela…

“Ecco, questo secondo me deve servirci da monito, perché non ci si intestardisca in strutture che non hanno futuro, bisognerà seguire le tendenze del mercato che portano alla costruzione di megayachts che, quindi, richiedono spazi grandi. Pertanto sarà opportuno tener conto di queste considerazioni perché il frazionamento di aree grandi potrebbe essere rivelarsi antitetico.”

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