Ottavo appuntamento con DA UOMO A UOMO, la rubrica di Versiliatoday dedicata alla sessuologia, all’andrologia e all’urologia, curata dal dottor Luca Lunardini. Nella puntata di oggi affronterà il tema dell’infertilità maschile.

 

INFERTILITA’: QUANDO A SOFFRIRNE E’ LUI. LE CAUSE, I NUMERI.

  Da sempre l’infertilità ha rappresentato da sempre un problema molto sentito in tutte le società: i primi scritti risalgono addirittura ad alcuni papiri egiziani risalenti al 2200 a.C. e notoriamente numerosi sono i riferimenti biblici sull’importanza della procreazione (“…prolificate, moltiplicatevi e riempite il mondo…” – Genesi 1:28) e sulla concezione di maledizione divina per l’infertile (“…registrate questo uomo con la dicitura senza figli…”- Geremia 22:30).

  Al grande Ippocrate (460-370 a.C.) si deve il primo trattato “sul seme”, mentre sarà la medicina romana a riconoscere come causa del declino della fertilità, già allora evidenziato, l’avvelenamento da piombo, la promiscuità dei rapporti sessuali ed il… ricorso a bagni caldi (!).

In Italia avvengono circa 240.000 nuovi matrimoni all’anno. A 2 anni, 48.000 di queste coppie scoprono di avere difficoltà a concepire, e di esse oltre 20.000 chiedono ogni anno consulenza medica per infertilità e circa la metà si sottopongono a trattamenti di fecondazione assistita.

Studi epidemiologici sulla popolazione generale riportano una percentuale di concepimento dell’ 80%

foto Marco Pomella
foto Marco Pomella

circa entro 12 mesi di rapporti liberi. Le restanti coppie che non hanno gravidanza entro 2 anni possono avere destini diversi: la metà delle coppie senza anomalie andrologiche e ginecologiche otterrà una gravidanza entro i successivi 6 anni. Mentre in presenza di OligoAstenoTeratospermia medio-severa (spermatozoi pochi e deboli..), solo il 22-35% delle coppie otterrà gravidanza spontanea entro 12 anni.

Si parla, pertanto, di Infertilità di Coppia, quando una coppia non riesce a procreare dopo 12-24 mesi di rapporti volutamente fecondi. Secondo le statistiche, una coppia sana di circa 25-30 anni con regolare vita sessuale, ha una possibilità su quattro all’anno di andare incontro ad un concepimento.

Di contro secondo una stima dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa il 10-20% delle coppie dei paesi industrializzati soffre di problemi di fertilità.

In Italia 2 coppie su 10 hanno una qualche problematica di fertilità. Da notare come la fertilità di una coppia sia parzialmente correlata con la frequenza dei rapporti sessuali (e vorrei ben vedere!.. direte voi..) e con l’età della donna, mentre non è una correlazione così evidente con l’avanzare degli anni nell’uomo.

Ma questo apparente vantaggio nell’uomo non ha salvato il maschietto da un preoccupante e, per certi versi, sorprendente, fenomeno: la attuale pesantissima riduzione della fertilità maschile rispetto al passato. Secondo molti studi, la percentuale di milioni di spermatozoi per millilitro si sarebbe quasi dimezzata negli ultimi 50 anni!

Se in un passato, neppure troppo remoto, “le colpe” venivano attribuite soprattutto alle donne, oggi sappiamo che “le colpe” tutt’al più vanno equamente divise tra mondo rosa e mondo celeste, anzi, secondo qualche statistica, vi sarebbe perfino una lieve preponderanza di “colpa celeste”. Se, difatti, la sterilità femminile conta per un terzo dei casi di infertilità, quella maschile lo è per un altro terzo abbondante, la sterilità combinata per il 15%, mentre il resto rimane “inspiegato”.

Queste alterazioni riproduttive del maschio in una alta percentuale di casi possono insorgere in età pediatrica o puberale. Le statistiche ci dicono, infatti, come intorno ai 16-20 anni 1 ragazzo su 2 è a

foto http://www.flickr.com/photos/ncaranti/
foto http://www.flickr.com/photos/ncaranti/

rischio infertilità! Un problema, quello dell’età, non da poco perché è ancor’ oggi abbastanza raro che un adolescente si rivolga ad un andrologo per una visita preventiva e con la scomparsa della visita medica di leva (per carità in se certamente una buona cosa..) è scomparso uno dei grandi screening di massa per il varicocele (tutti noi “grandi” ci ricordiamo di quando l’ufficiale medico ci visitava, in piedi e spesso in fila, le nostre “parti intime”..).

Riassumendo il problema infertilità, coinvolgente circa il 15-20% delle coppie, riconosce:

  •  per il 30-40% una causa maschile,
  •  per il 30-35% una patologia femminile,
  •  per il 20% un problema sanitario di entrambi e
  •  per un restante 15-20% la causa resta sconosciuta!

Indagini degli ultimi decenni hanno portato a rilevazioni importanti e per molti versi sorprendenti in merito alle cause e alla diffusione della infertilità maschile. Su di essa, infatti, oltre alle condizioni soggettive, chiaramente Mediche, sembrano influire in modo rilevante anche le condizioni ambientali e lo stile di vita (incluso lo stress). Condizioni predisponenti che potrebbe spiegare il peggioramento statistico della “fertilità celeste” rispetto ai primo decenni del secolo scorso.

Naturalmente tali affermazioni devono essere sempre valutate con un po’ di corretta prudenza perché  i fattori da valutare restano molti ed eterogenei ed esiste una grande variabilità nella conta degli spermatozoi (non solo da individuo ad individuo ma anche da eiaculato ad eiaculato), nella loro morfologia e nella loro capacità di movimento (motilità). Tra l’altro, la stessa conta spermatica non è un indice assoluto di fertilità, non esistendo sempre una correlazione certa tra numero di spermatozoi e fertilità. Tranne, naturalmente, nei casi di grave oligozoospermia (riduzione del numero di spermatozoi nel liquido seminale) o azoospermia (assenza di spermatozoi nel liquido seminale).

Restano comunque di rilievo fattori di rischio come alcune condizioni lavorative che espongono a radiazioni, a sostanze tossiche o a microtraumi. Anche l’esposizione agli inquinanti prodotti dal traffico urbano agisce negativamente. C’è poi il fumo di sigaretta (sempre lui..) che appare accertato nuoccia assai agli spermatozoi. Restano infine, come in molte, moltissime, patologie, gli stili di vita che qualora eccessivamente stressanti (mica facile evitarli nell’Italia di oggi..), è dimostrato riducano la fertilità.

Sinteticamente possiamo perciò così riassumere le cause di infertilità maschile:

il fumo di sigarettasbagliati stili di vita come lo scarso esercizio fisico, la dieta ricca di grassi, il sovrappeso (fattori che in verità sembrano avere più rilevanza della donna), fattori psico-emozionali (lo stress), patologie mediche e chirurgiche tra le quali primariamente chiamati in causa il varicocele, il criptorchidismo, i traumi testicolari e le orchiti, farmaci (chemioterapici antitumorali, ma anche alcuni antibiobici, metoclopramide, cimetidina, fenotiazine, ecc.) ed agenti chimici (stupefacenti, prodotti dell’industria della plastica) e fisici (ipertermia, radiazioni), infezioni pelviche e Malattie Sessualmente Trasmesse (ad esempio: Gonorrea, sifilide, Clamydia, Papilloma virus, AIDS, ecc).

Un caso a parte è rappresentato dalla Febbre. Non tutti infatti sanno che un episodio febbrile di oltre SPIAGGIA AMORE38,5°può alterare la capacità riproduttiva per 60-180 giorni. Naturalmente in questo caso la ridotta fertilità è un evento che andrà spontaneamente risolvendosi ma che è bene tenere presente quando si esegua uno spermiogramma. Dopo un intervento chirurgico è facile che la capacità riproduttiva subisca una diminuzione temporanea. In caso d’ interventi dell’apparato genito-urinario (sopratutto sulla prostata) è possibile persino la perdita definitiva della fertilità.

Tra le cause che hanno una rilevanza strettamente medica, vi sono pertanto tutte le patologie in grado di alterare la struttura e la funzione del testicolo o del pene (come, ad esempio, criptorchidismo, ipospadia, varicocele, patologie purtroppo in aumento). Il tumore al testicolo, in particolare, è sia un fattore di rischio in se stesso che in conseguenza del trattamento chemioterapico o radioterapico utilizzato (solo il 40% recupera la funzione riproduttiva). Per ovviare alle difficoltà riproduttive cui vanno incontro gli uomini che devono sottoporsi ad una cura per il tumore al testicolo, è possibile raccogliere e crioconservare gli spermatozoi prima di interventi o terapie a rischio. Infine, un fattore molto noto, sebbene non sempre determinante d’infertilità maschile, è il varicocele (ingrossamento delle vene attorno al testicolo, tipicamente il sinistro). Possono infine essere causa di infertilità anche fattori genetici. Si è, ad esempio, ipotizzato come un’alterazione sul braccio lungo del cromosoma Y possa portare ad un aumentato rischio di oligozoospermia.

Per farsi un idea, le percentuali di incidenza di queste varie malattienell’infertilità maschile sono:

  • Infezioni (prostatite, orchiti, ecc) 9,00%
  • Varicocele 16,6 % (la causa più frequente tra quelle riconosciute)
  • Anomalie cromosomiche Solo l’ 1.0%
  • Criptorchidismo 8,5
  • Endocrinopatie 8,9
  • Ostruzioni delle vie spermatiche 1,5
  • Idiopatica 31,7 (causa sconosciuta!)
  • Malattie Sessualmente trasmesse 5,7
  • cancro testicolo 2,3
  • Malattie sistemiche 5,0

Alla luce di quanto esposto potremmo concludere la nostra chiacchierata di oggi con una previsione abbastanza preoccupante:

L’incidenza dell’infertilità di coppia (ed in particolare di quella secondaria a fattori maschili), già oggi molto più frequente che all’epoca dei nostri nonni, è destinata, tristemente, ad innalzarsi ulteriormente a causa di fattori sociali (mutamenti socio-culturali ed economici che innalzano sempre più l’età media della prima ricerca di gravidanza) e di fattori ambientali (inquinamento fisico/chimico, alimentare e non, alterante la spermatogenesi: estrogeni, pesticidi, solventi, vibrazioni, alte temperature, agenti chimici, campi magnetici, radiazioni ionizzanti..).

A fronte di questa non piacevole previsione vi è tuttavia, e fortunatamente, la costatazione di come oggi, disponiamo di molti ed efficaci strumenti per fare diagnosi e nuove terapie che possono aiutare l’aspirante papà (e, naturalmente, la coppia) a raggiungere l’agognata paternità\maternità. La medicina della riproduzione ha davvero permesso negli ultimi tempi di risolvere problemi di infertilità maschile e femminile che solo pochi anni fa parevano insolubili.

Ma di questo parleremo in una prossima puntata

“Colui che genera un figlio non è ancora un padre, un padre è colui che genera un figlio e se rende degno”. Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov, 1879

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Il DR. Luca lunardini è Medico-Chirurgo, Specialista Urologo con incarico di Alta Specializzazione in Andrologia, è dirigente medico presso la Unità Operativa di Urologia della A.S.L. 12 Versilia.

Membro della società italiana degli Urologi Ospedalieri e della Società Italana di Andrologia, ha fatto parte della Commissione Oncologica Nazionale del Ministero della Salute ed è stato Presidente della Sezione Provinciale di Lucca della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.

Il Dr. Lunardini è contattabile per qualsivoglia approfondimento via email al seguente indirizzo: [email protected]

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