VIAREGGIO. “Sui lavori del nuovo mercato ittico non abbiamo avuto più notizie ufficiali e quindi ad oggi la situazione ci risulta essere ancora ferma alle informazioni date nella riunione del 19 ottobre scorso, ovvero, da completare e definire la liquidazione della ditta Quadrifoglio che ha interrotto i lavori per la situazione di pre fallimento nel Maggio dello 2012, da procedere allo scorporo dei lavori, all’affidamento degli stessi ed alla predisposizione del crono programma promesso per la fine del mese di Ottobre in quella riunione all’Assessore Regionale e agli altri partecipanti. Proprio per gli autorevoli impegni assunti allora ci pare grave, assolutamente non giustificabile, l’ulteriore ritardo.” Ad affermarlo in una nota è la Cittadella della Pesca Op, struttura che raccoglie le sei cooperative della pesca presenti sul territorio – Co.p.a.v., Copes, Esperia, Marenostrum, Lunarossa, Orione – ed espressione di circa il 90% della marineria viareggina.

“Tale ritardo non può trovare giustificazione nei processi di riorganizzazione della macchina comunale avviati peraltro prima del 19 Ottobre e deliberati subito dopo tale data. La situazione odierna è quindi di estrema gravità: 7 anni dall’approvazione del finanziamento e della disponibilità di risorse Regionali , con un Piano Regolatore del Porto approvato in via definitiva nel 2007 e un’opera ancora da completare.

“A questa situazione a dir poco paradossale si sono aggiunte le situazioni di mala gestione pubblica del mercato ittico vecchio dove risorse regionali della pesca sono state utilizzate e liquidate al Comune per l’acquisto di macchinari ed attrezzature non ancora utilizzati e messi in funzione, dove da anni si evidenzia una perdita economica consistente per l’Ente Pubblico la cui entità presumiamo si aggiri oltre i 500mila euro annui.

“L’assessore comunale Augier nel corso di un incontro avvenuto il 29 novembre scorso ci ha prospettato la volontà dell’amministrazione comunale di affidare ai produttori riuniti in cooperativa Op la gestione sia del nuovo che del vecchio mercato ittico.

“A questa ipotesi di affidamento del vecchio mercato noi abbiamo risposto di essere interessati a condizione che si definiscano i punti principali di un accordo per il quale abbiamo consegnato le nostre proposte preliminari.
Le strade tecnico giuridiche possono essere studiate e noi abbiamo già fornito un contributo ma sono per noi subordinate ad una intesa sui punti relativi alla gestione.

“Se su tali punti, o quanto meno su quelli che riteniamo irrinunciabili, non c’è accordo o si tarda a procedere con un apposito tavolo operativo. La nostra cooperativa non è interessata a questa ipotesi e dunque l’amministrazione comunale dovrà mettersi in regola sia sulle tante questioni igienico sanitarie, sulle quali l’Ausl ha notificato prescrizioni, sia sul funzionamento ed attivazione entro il 13 gennaio 2014 di tutte quelle attrezzature acquisite con risorse regionali della pesca ma ancora non operanti.

“Tra esse l’asta elettronica, il centro di insacchettamento telline e la messa in funzione delle colonnine erogazione energia elettrica e acqua sulla banchina Natino, anch’esse acquistate ed installate con contributi regionali della pesca.

“Noi siamo preoccupati perché non riusciamo ad intravvedere adeguate iniziative da parte dell’attuale amministrazione comunale per concludere in tempi brevi la realizzazione del nuovo mercato, né vediamo un concreto e pressante lavoro sull’ipotesi di affidamento della gestione del vecchio mercato alla Organizzazione dei Produttori.

“Il passare dei giorni senza utili iniziative aggrava la situazione del settore pesca già provato da una crisi senza precedenti – sociale, economica e produttiva – e della marineria di Viareggio che conta oltre 100 imbarcazioni di cui 45 motopescherecci a strascico e che da oltre 7 anni attende di poter recuperare un ruolo diretto nella gestione della filiera, evitando quelle intermediazioni che fanno lievitare enormemente il prezzo del pesce al consumatore finale e che lasciano nelle saccocce dei pescatori solo le briciole (4,6 Euro al Kg è il prezzo medio liquidato ai produttori allo sbarco in Toscana).

(foto Marco Pomella)
(foto Marco Pomella)

“A Viareggio peraltro, una parte della nautica, tra cui quella organizzata nel Polo della Nautica, chiede di sgomberare la banchina Natino dove il Piano Regolatore ha previsto le attività della pesca – magazzini dei mestieri già realizzati con Sfop e nuovo Mercato ittico oggi monumento incompiuto ed attività di integrazione del reddito per la pesca – portando le imbarcazioni della pesca in un porto a secco o in altre Darsene: un ciclone che annullerebbe investimenti rilevanti e opere già realizzate ed il lavoro per creare prospettive nuove al settore . Un ciclone a cui la marineria viareggina si opporrà con tutte le sue forze e con tutti i mezzi possibili.

“Si pensi che in porto esistono spazi a sufficienza, proprio come quelli gestiti dal Polo della Nautica di oltre 44.000 mq, per fare e sviluppare diverse attività produttive per la nautica. Alcune aziende associate alla Polo Nautico, per una gestione privatistica delle stesse aree , non trovano spazi disponibili in quella realtà dove attualmente c’è un vero e proprio cimitero di ditte fallite o chiuse , di un indotto completamente in crisi con CIG utilizzata estensivamente e con un lavoro marginale e residuale . Ci si può permettere in una situazione come quella del Porto di Viareggio di avere un’area così importante non utilizzata adeguatamente o non utilizzata secondo gli accordi di concessione?

“Noi siamo sempre stati perché tutte le attività portuali fossero poste nelle condizioni adeguate di concorrere insieme al rilancio ed allo sviluppo della città, alle indispensabili sinergie. Questo obiettivo è ancora valido e sarebbe auspicabile che tutte le altre componenti e settori, operassero in questa logica evitando di creare delle difficoltà ad altri settori, di pretendere altri spazi, magari quelli dell’orto accanto quando sul loro è diventato tutto arido e si esercitano attività non produttive.

“La Regione Toscana ha investito tante risorse su Viareggio e non sempre con buoni risultati . Uno di questi frutti acerbi è costituito proprio da quei due milioni e mezzo di quei sei dati dal settore urbanistico e portuale della Regione Toscana tra il 2005 e il 2007 per l’attuazione delle opere portuali prioritarie attuative del Piano Regolatore del Porto , messi a disposizione dall’allora amministrazione Marcucci per la costruzione del nuovo mercato ittico, non ancora spesi , rimasti colpevolmente nel congelatore per 7 anni, con un monumento incompiuto che sta deteriorandosi giorno dopo giorno.

“La Regione Toscana ha il dovere di intervenire risolutamente sul Comune di Viareggio per pretendere la immediata e definitiva finalizzazione dei finanziamenti congelati che sono la priorità tra le tante priorità che Viareggio ha in questo momento.

“Siamo purtroppo ancora in attesa di quelle iniziative che possano consentire le condizioni di affidamento del vecchio mercato e la realizzazione del nuovo mercato ittico: se non avremo indicazioni utili e positive, come purtroppo questi mesi della nuova Amministrazione ci hanno riservato, siamo pronti ad attivare tutte le strade , ivi comprese quelle legali, per chieder conto sia in sede Ue, in sede Regionale dei fondi della pesca ed anche di quelli regionali non utilizzati come previsto.

“Dai prossimi giorni svilupperemo tutte le iniziative necessarie perché nel vecchio mercato siano ripristinate le condizioni essenziali, igienico-sanitarie, di sicurezza e di piena efficienza. Nel frattempo, non fidandoci più delle assicurazioni degli amministratori locali stiamo cercando di organizzare per conto nostro un’asta ed una vendita dei prodotti sia all’ingrosso che al dettaglio valendoci della struttura di Organizzazione dei Produttori.

“L’ Op, nata sulla base del regolamento europeo 104/2000, garantisce ed obbliga al conferimento del prodotto i soci della stessa per almeno 3 anni dal momento dell’avvio. La nostra Op, che conta sulla condivisione di tutte le associazioni Toscane del settore – Lega Pesca, Federcoopesca, Agci Pesca, Federpesca-Confindustria e Impresa Pesca Coldiretti e dell’adesione del 90% della marineria locale – può fare quindi da sola, togliendo il poco prodotto che ancora affluisce ad un mercato gestito male ed in mano ad un cartello di grossisti ed avviare la sua esperienza diretta.

“In questo caso il ricorso agli strumenti legali per chiedere conto delle mal gestioni verrà avviato speditamente.”

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