FIRENZE. “La Regione Toscana ha predisposto i dovuti indirizzi e le seguenti modalità operative per le prime elezioni consortili come previsto dalla normativa nazionale e regionale. Aggiungo inoltre che la Regione si è impegnata al massimo, nei compiti che poteva svolgere, attraverso la nuova legge di riforma per procedere alla riduzione del numero degli enti così da renderli più efficienti, operativi e meno costosi.” Così Marco Remaschi, consigliere regionale del Pd, interviene dopo che la stessa Regione Toscana è stata sollecitata da più parti a fare chiarezza sulla vicenda delle discusse elezioni consortili.

“I Consorzi, infatti, svolgono competenze fondamentali che mal potrebbero essere svolte dalle Province, sottoposte al Patto di Stabilità. La riforma sulla bonifica toscana contiene inoltre altri aspetti importanti: su tutti l’eleborazione del piano annuale sulla difesa del suolo che per la prima volta programmerà gli interventi urgenti finanziati dalla Regione con la conseguente possibilità di dimezzare i tempi amministrativi dovuti per la loro messa in opera.

“Quanto al costo delle elezioni, lo stesso è stato fortemente ridotto rispetto al passato: siamo passati da una spesa di 2milioni e 600mila euro degli anni passati, agli attuali 650mila euro, costi sostenuti peraltro soprattutto per avvisare tramite posta i cittadini, operazione a tutt’oggi oggetto di verifiche da parte della stessa Regione e dei commissari incaricati così da consentire di chieder conto a Poste Italiane dei ritardi e delle disfunzioni denunciate nelle operazioni di consegna.

“Ad ogni buon conto tengo a ricordare che le elezioni consortili non sarebbero potute comunque essere abolite in quanto previste dalla legge nazionale e dall’accordo Stato-Regioni 2008, pena impugnazione come avvenuto per la Regione Marche.

“Mi preme inoltre ricordare, riguanto alla possibilità dell’utilizzo della votazione elettronica, che tale modalità risulta prevista all’articolo 10 comma 8 della stessa legge regionale 79/2012 in linea con gli indirizzi promossi dal presidente Rossi, e che è stata invece la stessa Urbat a ritenere non percorribile tale strada a causa della mancata disponibilità delle necessarie strumentazioni nei vari Consorzi.

“Se da una parte perciò comprendo le rimostranze mosse dai cittadini circa il mancato ricevimento della dovuta comunicazione istituzionale, dall’altra mi risulta quanto meno sorprendente la posizione del direttore di Urbat che oggi, a scoppio ritardato, manifesta la sua contrarietà alle elezioni celebratesi contraddicendo palesemente quanto, fino ad ieri, l’ente da lui diretto ha sostenuto.

“Considerata l’attenzione che poniamo tutti alla riduzione delle spese e al risparmio di risorse, adesso che i Consorzi sono passati da 13 a 6, qualcuno si potrebbe chiedere, legittimamente, quale senso abbia mantenere in piedi anche un soggetto come Urbat.”

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ultimo aggiornamento: 16-12-2013


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