VIAREGGIO. I carabinieri della Stazione di Viareggio hanno tratto in arresto un  albanese di 26 anni, per il reato di sequestro di persona a scopo di rapina ed estorsione.

Tutto è iniziato circa un mese fa quando presso la caserma dei carabinieri di Viareggio è giunta disperata una ragazza in cerca di aiuto. Dopo l’ennesimo episodio di violenza fisica e verbale subita dal marito, si era decisa a raccontare tutto e denunciarlo per i maltrattamenti che la stessa subiva da oltre due anni, precisamente dal 2011, quando i due avevano iniziato la loro convivenza per poi sposarsi quest’anno e avere un bimbo, alla cui presenza sono continuate le angherie e le vessazioni di ogni tipo da parte dell’uomo. Ogni volta che la donna veniva malmenata e si recava al pronto soccorso, per paura di ripercussioni sulla sua famiglia d’origine (lo stesso la minacciava dicendole che se avesse raccontato qualcosa avrebbe fatto del male ai suoi genitori) non dichiarava mai i reali motivi dei suoi accessi, riferendo solo generici incidenti domestici o cadute accidentali. Oltre le violenze psicologiche (la donna doveva portare i capelli e vestirsi in un certo modo, non poteva uscire, e così via), verbali (insulti, umiliazioni e minacce), anche le violenze fisiche erano frequenti (pugni calci e percosse di ogni tipo), tant’ è che la donna in alcune occasioni aveva riportato a seguito delle botte parecchi giorni di lesioni. Il regime di vita a cui era costretta era diventato insostenibile, fonte di disagi e continue aggressioni.

Dopo la denuncia, è immediatamente stato attivato un codice rosa: la donna è stata messa in protezione e i militari della Stazione, coordinati dal loro comandante Luogotenente Danilo Ammenti e dal Sost. Proc. Dott. Antonio Mariotti, hanno raccolto numerosi elementi di riscontro in relazione a quanto raccontato dalla donna; così, tempestivamente l’Autorità Giudiziaria è intervenuta con l’emissione di un provvedimento cautelare di allontanamento e divieto di avvicinamento nei confronti della donna. Ma prima che gli venisse notificata la misura, l’uomo si sarebbe reso responsabile di un altro evento delittuoso particolarmente grave: all’uscita dal lavoro del suocero, è andato a prelevarlo portandolo a bordo della propria auto in una località montana di Massarosa, una strada isolata del Monte Pitoro.

Lì avrebbe minacciato di morte l’uomo, dicendogli che se la figlia non avesse ritirato la denuncia nei suoi confronti e non gli fossero stati consegnati dei soldi avrebbe ammazzato tutti i suoi familiari. L’uomo è stato poi lasciato lì e, ovviamente terrorizzato, il giorno dopo ha chiesto aiuto ai militari dell’Arma denunciando i fatti. I carabinieri sono immediatamente intervenuti mettendo fine alla grave situazione di minacce e aggressioni subite dalla famiglia, procedendo ad un fermo nei confronti dell’albanese, che ora si trova ristretto nella casa circondariale di Lucca, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

 

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