VIAREGGIO. Un ultimo, ennesimo appello all’ insegna di “Salviamo i Poveri vecchi di Viareggio” è stato rivolto a papa Francesco dal professor Guido Brunetti. Un primo, accorato messaggio gli fu indirizzato il 10 settembre 2013. Non si chiedevano interventi di natura economica, ma soltanto un semplice, ovvio gesto di solidarietà espresso in due parole: “Vi benedico”. Questo gesto- scriveva Brunetti- arrecherebbe notevoli effetti benefici su queste splendide persone, che soffrono il peso della triste vecchiezza, delle malattie, della sofferenza e della devastante solitudine interiore.

Come è noto, l’ illustre professionista di Roma, legato alla nostra città da forti sentimenti affettivi, da mesi sta conducendo una nobile crociata per sensibilizzare e coinvolgere il maggior numero di persone e di istituzioni, a cominciare dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al sindaco, agli enti pubblici e privati e alla gente comune contro la chiusura dell’ Istituto “Sacro Cuore” di Viareggio.

In questo definitivo messaggio al Pontefice, Brunetti richiama con forza i fondamentali principi del suo apostolato, che alcuni studiosi indicano come una nuova rivoluzione, una nuova teologia. Anzitutto, l’insistenza per l’ appunto della solidarietà e della testimonianza, di fronte alla tentazione di non vedere e chiudersi in posizioni difensive.

“Voglio- ha dichiarato papa Francesco- una Chiesa per i poveri e gli anziani. Una persona anziana è “un dono di Dio”, lo “specchio di Cristo”. La “mia porta è sempre aperta.

Dobbiamo assumerci il rischio di essere “protagonisti” di una nuova educazione e metterci in marcia verso le nuove frontiere, là dove si trova l’ umanità “più ferita”: anziani, malati, poveri, emarginati. E’ una rivoluzione nel segno di un nuovo, profondo cambiamento nei comportamenti psicologici e mentali. E’ impossibile prendersi “cura” degli altri senza compiere questo primo gesto: ascoltarli e soprattutto agire con determinazione.

Una società che abbandona ed emargina  gli anziani “recide” le sue radici e “oscura” il suo futuro. Si compie un “atto di ingiustizia” e si “sancisce” il “fallimento” di questa società. Prendersi cura degli anziani è “una scelta di civiltà”. L’ uomo  veramente sano intellettualmente ed  eticamente si riconosce dal rispetto degli anziani.

I silenzi- ha precisato il papa- “fanno male, fanno soffrire” e può essere visto come “un atto di rifiuto, di mancanza di rispetto” e dunque “un atto di superbia, di arroganza. Una violenza che mortifica, che offende”. Occuparsi degli anziani è davvero una sfida globale, significa chinarsi sulle “ferite” dell’umanità e soprattutto alleviarne il dolore  e curarle. Non basta cioè l’ ascolto o la semplice liturgia di parole vecchie e dal tono predicatorio. Non fare come il profeta biblico Giona, che  inviato a Ninive, la città simbolo di reietti ed emarginati, scappa in direzione opposta.

Il senso autentico e profondo di questa crociata in favore degli anziani in generale e dei “Poveri vecchi” di Viareggio in particolare esprime una felice intuizione, l’ agape   cristiano, ovvero un bisogno assoluto, un’ esigenza biologica, morale e spirituale. L’ uomo senza tensione etica è il nulla, una parvenza, un non-essere.  Si tratta di una istanza etica che tocca e coinvolge un insieme di valori, come l’ empatia, l’ altruismo, il dono, il bene individuale e comune, il benessere e la qualità della vita.

 

Siamo immersi in un mondo dove l’ umanità sembra “smarrirsi”, un mondo egoista, individualista, utilitaristico e ottusamente ignorante, arrogante e maleducato. C’è la lezione dei nostri padri con l’ esortazione a guardare lontano e a occuparci degli altri, cioè del futuro del mondo.

In questa epoca di “relativismo e crollo delle certezze”, il rischio è quello di essere sedotti dalle “sirene dell’ egoismo, del consumo e dell’ immagine”. Dobbiamo lanciare  messaggi positivi. Non ci è permesso di essere soggetti scettici e retrivi, ma farci “testimoni” e “costruttori” di un nuovo modo di essere uomini. E’ la grammatica per l’ appunto del “prendersi cura” degli altri, in maniera operosa e feconda e non con toni ipocritamente scontati e predicatori. Un comportamento che è manifestazione di alcune aree e neuroni del cervello coinvolti nel benessere e nell’ altruismo, come hanno dimostrato recenti ricerche delle nuove neuroscienze”.

Di qui, dunque l’ amarezza del professor Guido Brunetti per l’ assordante silenzio di papa Francesco e la rinnovata disponibilità e solidarietà per gli anziani, per le splendide persone, ospiti dell’ Istituto “Sacro Cuore” di Viareggio.

 

 

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