CAMAIORE. Buche, assenza di parcheggi, assenza di servizi, frane, investimenti dedicati a parenti e amici (vedi festival Gaber e corsa ciclistica): l’amministrazione Del Dotto continua a camminare dritta per la sua strada, incurante del disastro che lascerà alle sue spalle, questo sindaco “renziano” che sta alla finestra, forse a vedere cosa fa il suo amico fiorentino, forse in attesa di seguirlo nell’avventura romana, continua a ignorare le problematiche vere della città, continua a spendere inutili soldi per l’abbellimento di un “centro commerciale naturale” in realtà inesistente, un centro commerciale, dove le attività invece di aprire chiudono e dove a salvare la situazione non saranno due panchine (brutte) e due scritte in terra (che ho trovato solo dopo 3 giorni che le cercavo guardando in terra)”.

Lo scrive Fabrizio Pellegrini, coordinatore di Fratelli d’Italia a Camaiore. “Chissà perché – prosegue Pellegrini – il sindaco continua ad ignorare i consigli dell’opposizione. Chissà perché continua a servirsi di assessori che non sanno neanche che funzione ricoprono, al punto che spesso si presenta un assessore al posto di un altro Forse è normale in questo paese dove si danno case popolari agli extracomunitari e dormitori agli italiani, dove si danno soldi agli abusivi e si tolgono dalle pensioni di chi ha lavorato per 60 anni, dove chi viola la privacy và in galera e chi uccide no… Io mi alzo ogni mattina chiedendomi se sia ancora il caso di restare a vivere in questo paese, in questa città dove vieni tacciato di razzismo se cerchi di far valere i tuoi diritti, e dove chi ti amministra ancora non ha capito che è servo del popolo e non il contrario, dove la ragione non sta mai dalla parte del cittadino ma sempre dalla parte di chi dal cittadino è pagato e del quale spende i soldi senza darne giustificazione alcuna e soprattutto li spende male, senza dargli nessun servizio in cambio ma garantendo solo servizi a se stesso. Mi sveglio e mi chiedo se vale ancora la pena lottare per il giusto o se è il caso di lasciar perdere e di andarsene, magari lontano, in un altro paese, a vivere sereno, godendosi il meritato riposo e il gusto della vita, quella vera, quella che vorrei QUI per me e per mio figlio ma poi mi scuoto e mi dico che non è giusto lasciarli fare, che bisogna contrastarli, perche questo è il mio paese, e non hanno diritto di costringerci ad emigrare, sono loro che se ne devono andare, per questo lotto, per questo “io sono ancora qua!”.

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ultimo aggiornamento: 09-02-2014


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