VIAREGGIO. Le critiche, che ormai possono essere considerate alla stregua di tormentoni, sui “carri che una volta erano più grandi” – o, a seconda della variante, “più belli” – possono essere messe a tacere: la qualità delle costruzioni di prima categoria, quest’anno, è molto buona e tutti i maghi della cartapesta – chi più, chi meno – hanno dato dimostrazione di aver lavorato duramente per la realizzazione delle loro opere, curando in certi casi anche il minimo particolare.

Alessandro Avanzini, campione in carica della categoria maestra del Carnevale, si è presentato con “La rete” che insiste sulla struttura degli anni passati – una figura centrale circondata da una scalinata – e che si mostra altamente spettacolare tanto sotto il sole quanto a fari accesi. Il ragno dalle sembianze cyborg è ben levigato e quasi acceca con il suo colore lucente – azzeccata l’idea di ricoprirlo con della vernice metallizzata usata per le automobili – e allo stesso tempo freddo, di notte l’effetto si fa ancora più stupefacente grazie a un eccezionale effetto di fari a led che fanno il paio con quelli presenti sui costumi delle maschere.

Molto ben riuscita – anche se incompleta in questa prima uscita sui viali a mare – “Hysteria”, opera di Gilbert Lebigre e Corinne Roger: i volti dei tre mascheroni dai tratti fumettistici sono piuttosto espressivi, il movimento delle guance e della lingua della donna-Italia è semplicemente fenomenale mentre le forme trapezoidali della libreria trasmettono il senso di vertigine. Geniale, poi, l’uso di materiali alternativi come l’ecopelle per il camice di Frankenstein Junior e dell’erba di palude per i capelli della donna, ben fatta la parte posteriore con la libreria, dove trovano posto tomi intitolati come alcuni carri realizzati dalla coppia italofrancese.

Dopo le bordate ricevute lo scorso anno per il suo pollaio, Carlo Lombardi porta a sfilare “Voodoo”, una costruzione dissacrante e mastodontica allo stesso tempo che risalta anche per i colori luminosi – molto apprezzata la scelta della copertura in stile patchwork per la bambola voodoo -: semmai è un po’ vuota, anche a causa del vento non ha esibito grandi movimenti ed è fin troppo didascalica. Nessun intoppo per “La penisola sommersa” dei fratelli Luigi e Uberto Bonetti: stupenda la coreografia con i costumi delle maschere che suggeriscono l’idea di un mare impetuoso, sapiente l’uso dei colori e fedeli all’originale le riproduzioni in scala dei monumenti italiani. Di forte impatto il movimento del Nettuno che si alza in piedi. Un carro pulito e senza grosse sbavature.

Foto Vt
Foto Vt

Il vento gioca un brutto scherzo a “Figli di un dio minore – somebody to love” di Roberto Vannucci: le forti folate limitano l’apertura alare del suo Freddie Mercury in versione angelo. Impressionante l’altezza della Torre di Babele che sbuca nella parte posteriore e che dà slancio alla costruzione, la base a mo’ di recinto non conferisce al carro quell’idea di ampiezza ben suggerita, invece, dalla figura centrale. Diversamente dal bozzetto, le figure alate che rappresentano i mali del mondo sfilano a terra anziché muoversi sul carro: la modifica è stata apportata nel corso della lavorazione.

Ottimo riscontro per l’altra costruzione incentrata su un’icona della musica, ovvero il John Lennon del “Revolution” dei fratelli Umberto e Stefano Cinquini: straordinario il contrasto cromatico tra i colori freddi del carro e gli sgarganti rosso e verde dei costumi dei figuranti. Suscita forti emozioni anche la coreografia con il lungo telone nero che ricorda molto le curve degli stadi, godibilissima per gli amanti dei Beatles e della buona musica la colonna sonora.

Dopo l’anno sabbatico Fabrizio Galli, presidente dell’Assocostruttori, è tornato in concorso con “Non entrare in quel portale”, costruzione di facile lettura sul lato oscuro di Internet: la simbologia di certo lo aiuta – ormai i loghi di Firefox, YouTube e Google Chrome sono riconoscibili a un vasto pubblico – e il mostro che fagocita il cervello di un bambino con in mano un palmare è un’immagine forte e cruda ma anche perfettamente – e tremendamente – esplicativa di un fenomeno attualissimo. Visibile qualche vago rimando al suo carro “L’inferno del sabato sera” del 1991 nell’uso dei pannelli con le luci al neon.

Piccolo passo indietro, invece, per Franco Malfatti con “L’acchiappasogni” rispetto al coraggioso carro di un anno fa sulla condizione dei carcerati in Italia: il suo stregone pellerossa palesa una buona modellatura, non convincono del tutto le farfalle impilate una sopra l’altra a formare una specie di cono.

Foto Vt
Foto Vt

Possibile outsider è invece la coppia formata da Simone Politi e Priscilla Borri, tornata a competere dopo la bocciatura di dodici mesi fa: “Il ladro di sogni” ha colori vivaci ed è modellato con molta maestria, ma il corpo del mostro centrale muove giusto giusto il volto e le braccia. Più incisiva la parte posteriore, con quella massa di uomini che guardano, lobotomizzati, una spirale composta da banconote – e i cinefili avranno apprezzato la citazione di “The wolf of Wall Street”.

Brioso, allegro e coinvolgente è, infine, il “Carro…armato di allegria” di Massimo Breschi. La grande balilla che trasportava i novelli sposi Monti e Napolitano era un’altra cosa, sia nelle dimensioni che nei movimenti, ma il tank giallo, rosa e celeste piace per l’effetto dei cingoli che sembrano davvero muoversi sull’asfalto. Molto carino il siparietto sulla parte anteriore, con il balletto di Burlamacchi e teschi che ricalca quello con i volti dei politici dello scorso anno.

Guarda la fotogallery dei carri di prima categoria

(Visitato 492 volte, 1 visite oggi)
TAG:
carnevale di viareggio carri prima categoria viareggio

ultimo aggiornamento: 16-02-2014


Berlusconi torna protagonista tra i carri di II categoria tra crisi economica e politica

Renzi e Letta. Sfida tra le maschere isolate