LUCCA. Calano i danni agricoli causati dagli animali. Il dato consuntivo del 2013 vede una sostanziale diminuzione sul territorio di competenza dell’Atc 12 – Lucca, Piana, Media Valle del Serchio e Versilia – e dell’Atc 11 – la Garfagnana –  rispetto all’anno precedente, passando, rispettivamente, da poco meno di 82mila a 26mila euro e da 34mila a 22mila euro.

“Siamo di fronte a un dato oggettivo – commenta l’assessore provinciale alle Politiche agricole, Diego Santi – che nasce dall’attenta politica di prevenzione che è stata messa in atto nell’arco del tempo. Si tratta di iniziative che vanno dall’utilizzo dei dissuasori, alla prevenzione dell’incuria e dell’abbandono dei terreni, che stanno dando dei risultati più che apprezzabili, sia sulle aree vocate, i boschi sostanzialmente, sia su quelle non vocate”.

Nel corso del 2012, nella sola Atc 12, i danni più consistenti erano stati causati dai cinghiali e dagli ungulati in genere e ammontavano a circa 60mila euro tra aree vocate e non vocate; nel 2013, invece, si è registrato un netto calo in ambedue le zone e le pratiche liquidate ammontano a 18mila 131 euro.

Cambio di tendenza anche per quanto riguarda i volatili. Nel 2012, se ne erano registrati per quasi 21mila euro (20mila 689 euro), con gli storni che, da soli, hanno causato 13mila 233 euro di danni certificati. Nel 2013 i rimborsi richiesti sono stati inferiori ai 7mila euro (6mila 669 euro).

“Questa diminuzione – sottolinea Santi – è la dimostrazione che, attuando la politica dei dissuasori, si riesce a far calare i danni in agricoltura, specialmente nei casi in cui si riesce ad avere una collaborazione stretta e una sinergia di intenti tra amministrazioni, agricoltori e cacciatori, volta a riportare in equilibrio la presenza degli animali con l’attività umana. In particolare, per quanto concerne i cinghiali e gli ungulati, la Provincia stanzia dei fondi per l’installazione di sistemi di dissuasione olfattiva di ultima generazione, che è dimostrato diano buoni risultati, evitando la predazione in fase di germoglio. Oltre a questo, vengono fornite dall’amministrazione provinciale e dall’Atc delle recinzioni elettriche complete, che evitano l’ingresso fisico dell’animale nel campo. In particolare, poi, per quanto riguarda i cinghiali, questi si stanno avvicinando sempre più alle zone abitate, anche a causa della presenza di campi in stato di abbandono che offrono dei perfetti rifugi agli ungulati che quindi hanno cibo a volontà e facilmente reperibile: una situazione, quindi, ideale per attirarli. Per questa ragione, in accordo con le amministrazioni comunali, quando vengono individuati campi potenzialmente rifugio di cinghiali, i proprietari vengono invitati a pulire il campo o, in alternativa, ci penserà il Comune, addebitando però le spese ai proprietari inadempienti. E’ stato, infatti, dimostrato che laddove si sia proceduto in questo modo, gli animali si sono allontanati immediatamente dall’abitato”.

Nonostante i segnali positivi, comunque rimangono alcune zone della provincia ancora particolarmente soggette al fenomeno dei danneggiamenti di coltivazioni e sistemazioni agricole, e lì si stanno concentrando gli sforzi, applicando modalità ormai collaudate affiancate da altre più sperimentali che crediamo possano dare buoni risultati specialmente laddove si riesce ad ottenere il contributo di tutti i cittadini coinvolti.

La Provincia si sta muovendo anche sul fronte politico: “La legge regionale, al momento – conclude Santi – contempla il risarcimento solo per i possessori di partita Iva agricola, ma stiamo lavorando affinché la possibilità sia estesa anche a coloro che hanno un’attività agricola a integrazione di altro reddito, realtà molto diffusa nel nostro territorio e importante in quanto serve anche quale efficace prevenzione del dissesto idrogeologico”.

 

 

 

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