VIAREGGIO. Puntata numero 35 per DA UOMO A UOMO, la rubrica di Versiliatoday dedicata alla sessuologia, all’andrologia e all’urologia, curata dal dottor Luca Lunardini.

 LE DIMENSIONI CONTANO PER LEI? IL COMPLESSO DI POLLICINO

In una puntata precedente abbiamo già affrontato la spinosa questione delle “dimensioni”. Abbiamo scoperto le misure medie e quello che si può e soprattutto non si può (o meglio non conviene) fare per inseguire il sogno “Siffredi…”. E dovremmo, alla fine dell’articolo esserci abbastanza tranquillizzati, tutti, sulle volumetrie del nostro “LUI”.

Tuttavia continuo a ricevere molte email di perplessità e soprattutto di disaccordo, non tanto sulla analisi scientifico\statistica della cosa (ovviamente in sé non contestabile) ma soprattutto in merito all’opinione che, noi maschietti, abbiamo sul pensiero femminile in proposito.

In effetti anche in una recente pubblicazione si rileva come a tutt’oggi la maggior parte dei giovani si avverta come sottodotata con il terrore di essere giudicati “insufficienti” dalle proprie partner e che le stesse preoccupazioni le avvertano anche oltre un quarto degli adulti.

da-uomo-a-uomo È il COMPLESSO DI POLLICINO: la paura di avere un pene troppo piccolo. La causa, dicono gli psico-sessuologi, è la sindrome del confronto che spesso nasce da bambini (osservando di soppiatto il pene paterno che appare gigantesco) e che prosegue nel raffronto con gli altri, oggi più che mai possibile nelle palestre, nelle piscine, ma soprattutto nella pornografia che bersaglia, inonda, i giovani, di messaggi alterati ed alteranti.

Ricordiamole, allora, al di là della pornografia, ancora una volta queste fatidiche “misure”. La lunghezza media del pene (dalla giunzione con il pube alla punta dell’uretra) è di 9 centimetri a riposo, la larghezza, sempre a riposo, di circa 3,5 centimetri (pari a una circonferenza di 10 centimetri). La maggior parte degli italiani rientra nelle misure standard: dai 7,6 ai 10,6 centimetri in situazione di riposo, dai 12,7 ai 17,7 in erezione. Sotto i 9 e fino ai 7 centimetri in erezione si parla di ipodotazione, sotto i 7 di micropene (il vero problema: fortunatamente molto raro)

Alla luce di questi numeri proviamo allora a a rispondere una volta per tutte alla ricorrente e un po’ angosciata domanda “MA PER LEI CONTANO LE DIMENSIONI?”

Diciamo subito che ogni Studio, ogni indagine, ogni statistica, ci conferma come il problema delle dimensioni dell’organo genitale SIA PRIMA DI TUTTO UN PROBLEMA DI COMPETIZIONE TRA MASCHI. Lei c’entrerebbe relativamente poco (eccezioni a parte).

SE ALLE DONNE SI CHIEDE QUALE SIA L’ELEMENTO FONDAMENTALE PER LA SODDISFAZIONE SESSUALE, AL PRIMO POSTO COMPARIRÀ SEMPRE L’ASPETTO SENTIMENTALE. MENTRE IL PENE OCCUPA SOLO LA QUINTA PIAZZA.

Ed in effetti non scordiamoci come la vagina sia lunga soltanto 8-13 centimetri e pertanto, anatomicamente parlando, anche un pene piccolo è comunque in grado di fare il suo dovere. Studi antropologici sembrerebbero (qui il condizionale è assolutamente obbligato!) indicare come le differenze nella lunghezza del pene fra i gruppi etnici siano proporzionali alle dimensioni della vagina (per esempio, maggiore negli africani e minore negli asiatici). Ma al di là di questa apparente parallelismo già sappiamo dalle puntate precedenti come le dimensioni siano soprattutto una questione “ottica” dipendendo da un fattore anatomico-costituzionale, cioè la diversa radicazione del pene sulle ossa del bacino.

In ogni caso oggi ben sappiamo come il piacere femminile nasca in gran parte dal clitoride, che si trova all’esterno e dai primi 5 centimetri del canale vaginale, dov’è collocato il Punto G. E pertanto la lunghezza non può che avere un peso modesto nel raggiungimento del piacere femminile.

Nonostante ciò, le misure per molti sono un’ossessione. Ed in effetti va riconosciuto come le dimensioni del pene non siano un problema di oggi ma che da sempre abbiano suscitato grande interesse: l’etologia, così come la storia della nostra civiltà, insegnano, infatti che un pene di grandi dimensioni è sempre stato interpretato come simbolo di forza e di potenza. Fra i primati, possedere un pene di dimensioni maggiori rispetto agli altri componenti del gruppo può essere utile per costruire una gerarchia di dominanza sugli altri maschi e attrarre le femmine. A livello biologico, un pene di grandi dimensioni è interpretato come segno di maggiore virilità in quanto presuppone la presenza di maggiore quantità di testosterone, responsabile della forza, dell’aggressività e del coraggio, tratti tipicamente identificati con la mascolinità. Peccato che la scienza moderna abbia dimostrato che non esiste un certo parallelismo tra dimensioni del pene e livelli di testosterone!

Ma resta un dato di fatto: le donne non sono così ossessionate alle dimensioni dell’organo sessuale maschile come lo sono gli uomini…

Quindi attenzione, cari amici, ai rischi di incappare e farsi abbindolare da pubblicità di farmaci o rimedi meccanici che promettono centimetri che non potranno mantenere. Un buon percorso andrologico e psicosessuologico, magari di coppia, può essere spesso molto più efficace e risolutivo.

 

L’aforisma del giorno:

“…Il vero amore non ha mai conosciuto misura.” Sesto Aurelio Properzio, Elegi

 

 

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complesso pollicino da uomo a uomo dimensione pene luca lunardini

ultimo aggiornamento: 03-05-2014


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