FORTE. È stata la notte di Alberto Orlandi. Tre gol in altrettanti momenti chiave di una semifinale che il Forte dei Marmi ha ampiamente meritato di vincere. La finale col Valdagno è il giusto riconoscimento per i rossoblu, che adesso non si vogliono più fermare. Sognare si può, lo dice uno che di gare importanti ne ha giocate e soprattutto vinte. “Se fossimo arrivati a gara-1 col Valdagno con due giorni di riposo in più sarebbe stato meglio per me che ho 41 anni”. Lo dice col sorriso stampato sul volto.

La sua esperienza è stata fondamentale in una gara spigolosa, dove la tenuta mentale contava quanto, se non di più, quella fisica: “Non ci siamo fatti prendere dall’esuberanza, volevamo fare il nostro gioco, cercando di attaccare ogni volta che potevamo, ma non potevamo sottovalutare gli aspetti difensivi”.

Neanche il tempo di prendere fiato, che alle porte c’è già il primo round della finale scudetto. Orlandi ha un conto aperto col Valdagno, dato che negli ultimi due anni, quando era ancora al Cgc, è arrivato vicinissimo al tricolore, senza conquistarlo. “Intanto dobbiamo essere contenti per aver raggiunto un obiettivo che ci ripaga di tanti sacrifici – dice -, cercherò di trasmettere la mia esperienza al gruppo, dimostrando che ho ancora fame e che la voglia di vincere è intatta. In tempi non sospetti avevo detto che il Valdagno sarebbe stata la squadra da battere, non volevo mettere le mani avanti. Questa è la dimostrazione che di hockey un po’ ci capisco. Percentuali? Dico 50 e 50, anche se loro negli ultimi anni hanno fatto il vuoto, almeno in Italia”.

(Visitato 130 volte, 1 visite oggi)

Forte, la finale è tua: Bassano piegato 7-5. Orlandi super

Pedro Gil vuole di più: “In finale le due squadre più forti”